"Scelte sociali contro la droga"

Edoardo Polidori, 72 anni, medico, specializzato in igiene e medicina preventiva, da due anni in pensione: è stato direttore del...

"Scelte sociali contro la droga"

"Scelte sociali contro la droga"

Edoardo Polidori, 72 anni, medico, specializzato in igiene e medicina preventiva, da due anni in pensione: è stato direttore del Sert, il servizio per le tossicodipendenze dell’Ausl. Attualmente è professore a contratto all’università di Bologna, nella sede di Rimini, dove insegna ‘Paradigmi delle dipendenze’. Inoltre, collabora con la Fondazione ‘Nuovo villaggio del fanciullo’ di Ravenna, che si occupa di tossicodipendenti e di minori non accompagnati.

Polidori, perché ha scelto di candidarsi?

"Non sono un politico, ma mi sono sempre occupato di politiche sociali e vorrei continuare a farlo. Per me gli antagonisti non sono nemici, vorrei portare un clima di collaborazione. Seguo da sempre i giovani e vorrei risvegliare in città l’interesse per questo tema, creare un ponte tra le istituzioni e quel mondo. Per i ragazzi, qui, ci sono solo wine bar e localini, al massimo si organizza qualche concerto".

Lei cosa suggerisce invece?

"Abbiamo l’Università e penso che il problema è rendere Forlì, per gli studenti, una città di prospettiva e non di mero transito. Vanno aiutati nell’avviare attività professionali, sostenere l’imprenditoria giovanile, con finanziamenti per l’avvio di studi professionali condivisi. Tanti spazi potrebbero avere un uso migliore. Ed è un percorso da costruire con i giovani e non sui giovani".

Cosa pensa oggi del ‘suo’ Sert?

"In generale, il rapporto tra servizi territoriali e Comune è andato peggiorando, prima c’era una maggiore sinergia. Basti pensare che da quando si è insediata l’attuale giunta, non sono mai stati convocati i tavoli per i Piani di Zona. Quanto al Sert, sotto la mia direzione, il servizio era impostato nell’ottica della salute pubblica, peraltro secondo una tendenza seguita in tutta Europa. Si pensava alla tutela dei tossicodipendenti come un modo per tutelare tutta la popolazione, con un’attenzione al degrado nel quale spesso vivono, alle malattie infettive. Oggi, qui, c’è una sottolineatura della valenza psichiatrica del servizio. È legittimo, ma è molto diverso".

Paola Mauti