Studio della Camera di commercio: "Il 43% preferisce informarsi su giornali e media tradizionali"

Dati dell’istituto Piepoli su 600 maggiorenni tra Forlì-Cesena e Rimini. Il 39% consulta però anche il web

Studio della Camera di commercio: "Il 43% preferisce informarsi su giornali e media tradizionali"

Studio della Camera di commercio: "Il 43% preferisce informarsi su giornali e media tradizionali"

La Camera di commercio della Romagna ha presentato ieri mattina i risultati della prima rilevazione dell’Osservatorio sul rapporto tra i romagnoli e l’informazione. L’indagine, condotta dall’istituto Piepoli, è stata realizzata nel mese di marzo scorso attraverso 600 interviste a un campione rappresentativo di popolazione delle province di Forlì-Cesena e Rimini. Sono stati contattati maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentati per sesso, età e provincia di residenza.

"Lo scopo della rilevazione – spiega il presidente Carlo Battistini – è quello di monitorare le fonti informative più usate, indagando anche la disinformazione e le fake news e l’impatto dell’intelligenza artificiale sul sistema della comunicazione. Inoltre capire il livello di attenzione e di fiducia nella Camera di commercio. Intendiamo conoscere in profondità il nostro territorio, le imprese e i cittadini perché solo così possiamo definire meglio gli obiettivi e conseguire i migliori risultati".

La rilevazione ha evidenziato che i romagnoli si informano regolarmente e prediligono i canali tradizionali (televisione, giornali e riviste cartacee), considerati più attendibili rispetto ai media digitali, dove si trova maggiore disinformazione. I canali tradizionali sono quelli consultati principalmente (nel 43% dei casi), mentre il 39% ha dichiarato di consultare alle stesso modo i canali tradizionali e digitali. Solo il 16% preferisce quelli digitali, con una percentuale che varia dal 29% per la fascia di età 18-24 anni al 7% per gli ultra 65enni. Le notizie divulgate dai media tradizionali sono ritenute più corrette e attendibili dal 65% degli intervistati; scende al 38% per i media digitali, con le fake news sempre più difficili da individuare e l’intelligenza artificiale che potrebbe deteriorare la qualità dell’informazione.

"I romagnoli – commenta Livio Gigliuto, presidente dell’istituto Piepoli – si confermano informati e si fidano dei mezzi tradizionali, ma consultano anche quelli digitali, soprattutto i più giovani. La maggioranza degli intervistati è favorevole alla nascita di una rete di istituzioni e professionisti per combattere la disinformazione, percepita come una crescente minaccia".

"Noi conserviamo un approccio ‘multicanale’ nella comunicazione – afferma Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di commercio – anche attraverso i principali social network. Oggi siamo in grado di conoscere subito tutto ciò che maturava nel tempo e questa è una grande opportunità che va accolta e governata: un compito nuovo a cui non possiamo sottrarci". Dall’indagine risulta una buona conoscenza (71%) e fiducia (62%) nel ruolo e nei servizi dell’ente camerale e le attività per l’orientamento al lavoro sono quelle maggiormente conosciute (52%), rispetto ai servizi di tenuta del registro imprese (50%) e di contributi per lo sviluppo delle aziende (48%).

Gianni Bonali