VALENTINA PAIANO
Cronaca

Tesseramenti Alias. Molea (Aics): "Sport sempre più inclusivo. Fin dagli spogliatoi"

Il forlivese è presidente nazionale dell’associazione che consente di iscriversi dal 1° gennaio con un’identità diversa da quella biologica.

Tesseramenti Alias. Molea (Aics): "Sport sempre più inclusivo. Fin dagli spogliatoi"

Tesseramenti Alias. Molea (Aics): "Sport sempre più inclusivo. Fin dagli spogliatoi"

Ha suscitato interrogativi e polemiche la scelta di Aics di permettere il cosiddetto ‘tesseramento Alias’, ovvero la possibilità di iscriversi a un’associazione con un’identità di genere diversa da quella biologica. Aics, realtà nazionale fortemente radicata in provincia (200 realtà affiliate e 20mila soci, tra atleti e tecnici), è guidata dal forlivese Bruno Molea in qualità di presidente nazionale. "Lo sport deve essere più inclusivo", spiega.

Molea, come avete ravvisato la necessità di avviare un’iscrizione che preveda il nome di d’elezione?

"La Comunità Europea ha finanziato due ricerche internazionali, Outsport e Sgs, commissionate da Aics e altre realtà da Austria, Spagna, Olanda e Germania. Lo studio Outsport, in particolare, ha preso in esame un campione di 5.500 persone nell’ambito Lgbtqia+ di 28 paesi europei, in una fascia d’età tra i 16 e i 78 anni".

Cosa ne è emerso?

"Quasi il 90% ha avuto problemi di omofobia specialmente nello sport, con episodi frequenti di violenza verbale e fisica. Il 56% degli intervistati trans si astiene dal praticare attività fisica a causa del suo orientamento sessuale o identità di genere. Questo ci ha fatto prendere la decisione finale, rinforzata dall’esperienza diretta di Gabriel Corbelli, di avviare il tesseramento Alias, per tutti, non solo per coloro che hanno avviato un percorso di transizione ufficiale".

Come procedono i tesseramenti Alias?

"Non ho ancora numeri perché la sperimentazione è partita il 1° gennaio e la raccolta dei dati è prevista ogni tre mesi. È ancora presto per capire".

Ha trovato resistenze all’interno di Aics?

"No, il consiglio nazionale ha accolto la proposta in maniera positiva. A livello personale, invece, ho ricevuto anche messaggi con qualche ‘vaffa’. Questo fa parte del gioco".

Facciamo chiarezza. Chi ha un’identità Alias, ovvero diversa da quella biologica, può allenarsi con le persone di quel sesso? E anche gareggiare?

"Mi rendo conto che abbiamo aperto un vaso di pandora con questo argomento... Chi si sente femmina può allenarsi con le ragazze, ma non gareggiare nelle competizioni femminili. È nostra intenzione, però, continuare a lavorare per rendere lo sport ancora più inclusivo mettendo mano anche ai regolamenti delle nostre competizioni interne all’Aics. Qualche tentativo l’abbiamo già fatto. Se non mettessi in pratica quello che dico, confermerei ciò che dice chi mi attacca, cioè che sono solo alla ricerca di visibilità. Non è così".

A proposito di critiche: Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia, avanzava la possibilità che un adolescente ‘infervorato’, tramite l’identità Alias, potesse entrare nello spogliatoio delle ragazze con il rischio di violenze. È possibile?

"Le dichiarazioni di Adinolfi dimostrano la poca conoscenza del problema, oltre al fatto che sono affermazioni discriminanti che non dovrebbero appartenere a un movimento come il suo. Qui nessuno è un incitatore di violenza ma esiste un problema sociale di cui bisogna farsi carico e che merita una valutazione profonda. Tra l’altro Aics aveva già avviato da tempo le prime sperimentazioni dello spogliatoio unico".

Come funziona?

"Tre anni fa nelle gare di pattinaggio artistico, abbiamo allestito all’interno di un grande palestra circa 60 cabine private dove potersi cambiare, senza distinzione di genere".

Quali sono state le reazioni?

"La risposta è stata positiva e con grande sorpresa ci hanno ringraziato anche tanti genitori e ragazze che non si sentivano a loro agio a cambiarsi anche di fronte a persone dello stesso sesso. Tutto ciò ci fa capire che questa può essere una necessità di tutti, non solo della popolazione Lgbtqia+".