di Francesca Miccoli
Ricorrere al gioco come strumento di diagnosi precoce delle patologie che affliggono la popolazione scolastica. E’ la strategia per affrontare un problema estremamente delicato e attuale messa a punto attraverso ‘la conoscenza migliora il futuro’, progetto promosso e finanziato dal Rotary Club Forlì Tre Valli, riunitosi mercoledì sera nella canonica conviviale al Grand Hotel di Castrocaro. Da una ricerca è emerso che circa il 15% degli studenti manifesta disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali. Disturbi che spesso però non vengono riconosciuti oppure sono diagnosticati tardivamente, complicando l’esistenza e minando l’autostima dei ragazzi. Creando altresì difficoltà nelle relazioni tra le agenzie educative e di sostegno alla famiglia.
Dall’esigenza di una diagnosi precoce nasce dunque lo strumento promosso in collaborazione con gli istituti comprensivi delle valli del Montone, Rabbi e Bidente e con la startup Develop Players di Cesena. Un metodo che supporterà adeguatamente i docenti chiamati a interagire per anni con gli alunni, favorendone così una crescita migliore e consapevole. "Per la prima volta si attua uno screening scolastico generalizzato, quindi per tutti, attraverso ‘serious game’ cioè giochi educativi, che aiutino scuole e famiglie a riconoscere e migliorare le opportunità di apprendimento di studenti con difficoltà scolastiche - spiega Marco Susanna, addetto alle relazioni esterne del Rotary forlivese -. La strategia per fare emergere la situazione non viene semplicemente affidata a un videogioco, ma più propriamente a ‘applied game’ clinicamente testati con ricerca scientifica, personalizzati con modelli di apprendimento supervisionato".
Numerosi quelli a disposizione tra i quali il ‘Proffilo’ che valuta capacità di problem solving, attenzione, linguaggio e memoria o ‘l’Eye-riders’ che potenzia l’attenzione e le funzioni esecutive. Insomma uno strumento inclusivo a 360° che molte scuole hanno sperimentato con risultati eccellenti; un qualcosa di "impensabile" fino a poco tempo fa secondo Mariagrazia Benassi, responsabile della startup, e Massimo Perazzoni dell’Ufficio scolastico territoriale di Forlì-Cesena.