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Uno spot internazionale: è la strada giusta
Bilancioni
Riepiloghiamo: pittori inglesi, curatori anglosassoni, prestiti dai grandi musei oltre Manica e oltre oceano, comunicazioni mirate sui media di Londra e New York, dieci testate straniere accreditate all’inaugurazione. Sì, questa è la mostra più internazionale di sempre. Tanto che se n’è accorta perfino l’Apt, l’agenzia di promozione territoriale dell’Emilia-Romagna: quella che anno scorso non trovò un’eccellenza forlivese, in un elenco di 50, da segnalare ai tedeschi, stavolta ha portato il San Domenico e i Preraffaelliti alla Borsa Internazionale del Turismo. Basterebbe questo dettaglio (oltre all’attenzione del ministro Gennaro Sangiuliano) per capire che, ancora una volta, attraverso il lavoro della Fondazione e di Gianfranco Brunelli non si parla solo di arte e cultura, ma della visibilità e dell’immagine della città, di indotto economico, di crescita.
Come tutte le novità, bisognerà poi valutare l’esito dell’operazione. Viene in mente che il presidente Maurizio Gardini, neoeletto, aveva chiesto di "mettere a terra" alcuni investimenti, che voleva dire (anche) massimizzarne la ricaduta positiva. È la strada giusta: alla Fondazione bisogna chiedere di insistere, con i giusti partner – istituzionali e non – per rafforzare il proprio appeal perfino all’estero. E poi anche Forlì, auspicabilmente, potrà strutturarsi meglio da un punto di vista turistico.