Bignami respinge le accuse Pd "Aree escluse? Basta polemiche"

Il viceministro: "Non c’è alcuna ritorsione politica. Bonaccini ora è subcommissario: lavori con serenità". Cavedagna, capogruppo di Fd’I in Comune, attacca: "La sinistra fa caciara, ma ha grandi responsabilità".

L’esclusione di tante zone della città e della provincia dal decreto Alluvione continua a far discutere. E anche nel giorno della nuova visita del generale Francesco Figliuolo non mancano le polemiche. A margine della presentazione di un accordo di collaborazione tra l’Università e il commissario straordinario dell’alluvione, tenta di chiudere la discussione il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Galeazzo Bignami. Che respinge le accuse di "ritorsioni politiche" alla base dell’esclusione di alcune aree del nostro territorio dall’elenco delle zone destinarie degli aiuti dell’esecutivo.

"Lo provino", è la sfida del meloniano alla Città metropolitana, dopo l’attacco del capo di Gabinetto Sergio Lo Giudice che aveva parlato di "una presa in giro" da parte del governo.

"Abbiamo previsto una norma con cui il commissario può, anche al sussistere di nuove sopravvenienze, ampliare o no. Noi abbiamo creato uno strumento – ribadisce Bignami – e il commissario se vuole può farlo. Hanno chiesto di fare subito e abbiamo fatto subito, hanno chiesto risorse subito e le abbiamo messe subito. E adesso dicono: ‘Abbiamo sbagliato’. Rimedieremo anche a questo errore, così come stiamo rimediando a una cattiva gestione del territorio fino ad oggi, visto che questi fiumi sono gli stessi esondati nel 2019". E ancora: "Abbiamo come obiettivo di gestire questa fase della ricostruzione più rapidamente di quella del terremoto, che è ancora aperta a undici anni dal sisma, e anche meglio", assicura Bignami. Da qui, punge il governatore Stefano Bonaccini: "Mi auguro che il subcommissario sappia lavorare con serenità senza polemiche al servizio del territorio", dice il viceministro.

Anche a livello locale Fratelli d’Italia non fa mancare il suo sostegno all’operato del governo. E, con il capogruppo Stefano Cavedagna, attacca la maggioranza in Comune: "I comunisti, compresi gli ex grillini ora riscopertisi di sinistra, sono una brutta razza. Hanno larghe responsabilità su quanto accaduto con l’alluvione, ma non paghi, dopo l’esondazione del Ravone hanno puntato il dito contro i cittadini, accusandoli e intimando di fare i lavori a loro spese. Ora, una volta scoperto che il problema è stato causato da una loro negligenza sui lavori di tombatura del canale, puntano il dito contro il governo. In pratica loro non c’entrano mai. Eppure hanno governato per decenni Comune e Regione, che dovevano occuparsi di queste cose". Cavedagna insiste e non risparmia critiche a Pd e alleati: "Fanno caciara un giorno sì e l’altro pure per distrarre dalle loro gravi responsabilità. Lascino in pace il governo, il viceministro Bignami in primis, sempre sul territorio, e si occupino dei loro doveri, se ne sono capaci. Dopo aver fatto attaccare il governo persino dal capo di gabinetto metropolitano (Lo Giudice, ndr), domani ci aspettiamo dichiarazioni deliranti anche dall’usciere della bocciofila".

L’attacco del dem Lo Giudice era arrivato in seguito alla bocciatura in Senato degli emendamenti con cui Regione e Città Metropolitana chiedevano di allungare l’elenco delle aree alluvionate fornito in un primo momento dalle istituzioni. Il sindaco Matteo Lepore aveva, infatti, richiesto che si aggiungessero anche i comuni di Baricella, Bentivoglio, Camugnano, Casalecchio, Marzabotto, oltre alle zone Saffi, quelle dei Colli, Bellaria e San Savino a Bologna, parti di Castel Guelfo, Castel Maggiore, Castel San Pietro, Castenaso, Imola, Medicina, Ozzano, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi.