Caterina e quel lavoro impossibile da trovare: "Voglio solo sentirmi inclusa e accettata"

Ha 21 anni, è diplomata, fa sport e canta. Ma oltre a un tirocinio in hotel si è sentita dire tanti no: "Il mio sogno è trovare una mansione". Molti curriculum inviati e accessi agli uffici: "Nulla da fare, non so più a chi rivolgermi. Mi sento abbandonata e discriminata, è triste".

Sentirsi esclusi. Abbandonati, discriminati perché per "noi disabili si fa difficoltà a essere accettati e coinvolti nel mondo lavorativo". Queste sensazioni le prova sulla sua pelle e sul suo stato d’animo Caterina Epifani, 21 anni, classe 2003, obbligata a vivere su una sedia a rotelle per dei problemi motori. Stanca di vedersi chiudere sempre le porte, con possibilità ridotte all’osso di rivestire una mansione, ha deciso di raccontare la sua storia sulle nostre colonne, "per sensibilizzare sull’argomento, senza accusare nessuno", spiega insieme al padre Giacinto Epifani e alla madre Ramona Jurchis. Ha aspettato mesi prima di fare questo appello. Intere settimane dove ha atteso una chiamata, una mail o una comunicazione positiva per iniziare a lavorare. Ma quel momento, per ora, non è mai arrivato.

"Sono disposta a fare qualsiasi cosa pur di avere una possibilità, di trovare una sistemazione e di avere una soddisfazione personale che possa integrarmi maggiormente", racconta Caterina, diplomatasi all’istituto professionale Cassiano, indirizzo turistico. Un punteggio ottimo, 89 su 100, e un poi un tirocinio in un hotel della città da marzo a luglio del 2023, "dove mi sono trovata benissimo, sentendomi partecipe e coinvolta". Poi, il vuoto.

Con i suoi genitori ha provato tramite il Ciofs di Imola, poi con il Cefal di Bologna. Uffici di collocamento, agenzie interinali e consorzi vari. Nulla da fare. "Non sono più stata contattata, nonostante la mia scheda lavorativa e il mio curriculum siano stati aggiornati", prosegue Caterina. Passano giorni, settimane, mesi, ma la sua speranza rimane sempre la stessa, "ovvero trovare una mansione, qualsiasi essa sia". Il sogno sarebbe stare dietro a una scrivania, con un computer davanti, magari in studi medici, case di riposo o biblioteche. L’orario a Caterina basterebbe anche part-time, 4-5 ore al giorno, "quello utile per sentirsi coinvolta nel mondo lavorativo". E dire che la 21enne di passioni ne ha: tre volte alla settimana fa nuoto e canta anche nel coro gospel Santiago’s. Segno di tutte le sue capacità cognitive.

Come canali per trovare un impiego ha provato anche la domanda per diventare volontaria di servizio civile. In questo caso però ancora non è arrivato quel ’no’ che si è sentita dire tante volte: la richiesta è tutt’ora in attesa. Caterina, attraverso la sua famiglia, a gennaio ha scritto anche al sindaco Marco Panieri. "Mi ha subito risposto ed è stato disponibile con tante belle parole. Ci ha dato delle indicazioni. Ci ha ascoltato ma poi non è successo nulla di concreto", continua. Da lì un ulteriore passaggio, questa volta con l’assessore alle Pari opportunità, Elisa Spada. "Non sappiamo veramente più a chi rivolgerci – conclude Caterina in coro con i genitori –. Chiediamo solo che ci sia data una possibilità. Dopo gli studi che ha fatto e le passioni che ha non pensavamo sicuro ci fossero tutte queste difficoltà per immettersi nel mondo lavorativo. Ci sentiamo abbandonati e discriminati nel vero senso della parola. E questo è davvero triste".