
Marco
Gasparri*
Già il governo Draghi lo aveva descritto un salasso per l’Erario, e ad oggi il conto pare ammonti ad oltre 60 miliardi di euro. Sicuramente è stato un grande incentivo per l’economia in cui chi aveva capacità di reddito come contribuente oppure due soldini da parte ne ha approfittato per sistemare la propria abitazione; ma come i grandi affari per il popolo (vedi reddito di cittadinanza) aveva qualche vizio progettuale: non si era tenuto conto della speculazione e dell’impatto sui costi dei materiali da costruzione e complementi, non si era tenuto conto di una differenziazione delle detrazione del credito in base in base al reddito del contribuente e ultimo ma non ultimo … dei furbetti!
Sia chiaro: non sono contrario agli aiuti dello Stato se sono rivolti ad un bene molto caro agli Italiani ovvero la casa, ma credo così da cittadino che una revisione vada fatta nella dimensione dell’incentivo in base proprio al reddito… chi ha più capacità reddituale non dovrebbe avere lo stesso incentivo di chi percepisce meno, soprattutto rivolto ai lavoratori dipendenti che avrebbero forse più bisogno di mettere mano alla propria abitazione magari mettendo mano anche ai propri risparmi. Ma una graduale diminuzione dello stesso potrebbe portare anche dei benefici ai prezzi dei materiali e di conseguenza anche sotto l’aspetto inflazionistico che oggi potrebbe diventare una nuova emergenza.
Lo vedo quindi nei piani del governo come una riforma di equità, e il ridimensionamento dello stesso per i redditi più alti non influenzerà credo la bontà dell’intervento nato come un aiuto all’economia… tutta!
*Confindustria Imola