Gli avvistamenti di qualche giorno fa alle porte di Imola di un esemplare di lupo hanno riacceso l’interesse sui comportamenti di questo selvatico. Luca Bartolucci, Guardia ambientale metropolitana (Gam) e censitore faunistico volontario all’interno del Parco Vena del Gesso Romagnola, ha chiarito alcuni dubbi: "Nei nostri territori la presenza del lupo è accertata da oltre un ventennio e da più di dieci anni si può considerare una specie stanziale – spiega l’esperto –. Ultimamente, però, sta cambiando la sua innata elusività. Il tutto tenendo conto delle sue eccezionali capacità percettive che captano segni umani ben prima che noi riusciamo a scorgerlo. Se incontriamo un lupo, quindi, significa che ha accettato di farsi vedere".
E dietro alle incursioni nei pressi degli insediamenti abitati, come la recente sortita tra Linaro e via Poggiolo, c’è sempre un certo opportunismo: "Per trovare cibo facile – continua Bartolucci –. Rifiuti, scarti di pasti o di macellazione, cibo per animali domestici o gli stessi animali da cortile o allevati se non adeguatamente protetti. Tutte queste situazioni vanno evitate, si devono utilizzare recinzioni idonee e ricoverare gli animali alla notte. Gli allevatori professionali hanno capito che non possono fare a meno dei cani da guardia, tipo maremmano".
Molte persone, però, sono convinte che il numero dei lupi sia in ascesa: "Di questo dato non abbiamo evidenze – analizza –. La densità di un selvatico stanziale è prima di tutto relazionata alla disponibilità di cibo che, nel caso del canide, è rappresentato da caprioli e cinghiali che sono in marcata contrazione. Fatico, quindi, a pensare che gli esemplari di lupo siano in aumento".
E si entra nel dettaglio: "Ogni branco vive in un’area di diverse decine di chilometri quadrati che rappresenta la dispensa alimentare – aggiunge Bartolucci –. L’area, che conoscono alla perfezione, viene marcata e perimetrata con feci, urine e altri segnali ma, nonostante questo, la mortalità dei cuccioli a un anno è circa il 50%. Quando la famiglia si allarga (le lupe partoriscono nei mesi di aprile e maggio) se la dispensa è stretta i lupi subadulti vengono indotti a uscire dal branco per cercare un territorio libero".
Ipotesi spendibile anche per il selvatico avvistato alle porte del quartiere Pedagna: "Il girovagare in terreni sconosciuti è una situazione di grande rischio per i giovani lupi e la ricerca di cibo può diventare assillante – puntualizza –. Potrebbe essere la situazione dell’esemplare che vagava, apparentemente disorientato, per i nostri campi". Un quadro da monitorare ma senza allarmi: "Tranne rari casi eccezionali, il lupo non è pericoloso per l’uomo ma sta a noi non dargliene l’occasione – conclude la Gam –. Occorrono comportamenti adeguati. Un esempio? Quando si va in campagna con il proprio cane bisogna evitare di sguinzagliarlo allegramente". Mattia Grandi