Il post alluvione. Partiti i primi lavori nell’area circondariale. Mano alla ’Panoramica’

La strada comunale era franata nel disastro della scorsa primavera: il traffico venne interrotto e creò grossi disagi alla circolazione dei mezzi. L’intervento a Castel del Rio costerà 531mila euro e durerà 150 giorni.

Il post alluvione. Partiti i primi lavori nell’area circondariale. Mano alla ’Panoramica’

Il post alluvione. Partiti i primi lavori nell’area circondariale. Mano alla ’Panoramica’

A Castel del Rio sono partiti i lavori di riparazione della strada comunale ‘Panoramica’ franata durante la devastante alluvione della scorsa primavera, quasi un anno fa. Numeri alla mano, si tratta dell’avvio del primo cantiere della ricostruzione nell’area circondariale. Un intervento molto atteso dalla comunità alidosiana perché focalizzato su un’arteria, l’unica completamente interrotta al traffico veicolare nella zona a causa degli smottamenti provocati dalle forti piogge del maggio scorso, fondamentale negli equilibri viabili del territorio.

La ‘Panoramica’, infatti, permette di raggiungere la frazione di Valsalva e rappresenta un valido supporto alla provinciale Montanara per chi si dirige verso sud. Questo in un regime di normalità ma dopo il collasso totale della sede stradale per una trentina di metri, poco distante dal Ponte degli Alidosi sulla tratta che porta verso Cantagallo, lo scenario è mutato radicalmente. Le ruspe sono al lavoro da un paio di giorni, con il cantiere consegnato alla ditta trentina Zanetel Mauro Movimenti Terra (l’azienda specializzata di Primiero di San Martino di Castrozza è ormai di casa nell’abitato dell’alta valle del Santerno con tante operazioni effettuate con lo speciale ‘ragno’ meccanico dopo l’alluvione) giovedì scorso, per la realizzazione di un inedito viadotto drenante interrato dal costo complessivo di 531mila euro. Un importo che rientra nello stanziamento di 24milioni di euro per la ricostruzione della rete viaria di Castel del Rio avvallato dalla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo.

"Così il nostro paese avrà il suo secondo ponte – scherza il vicesindaco Davide Righini che segue da vicino le lavorazioni –. Un’opera necessaria per ridare una parvenza di normalità ai collegamenti del posto. Tempistiche? Circa 150 giorni ma molto dipenderà dalla clemenza del meteo". Nello specifico, infatti, si procederà alla posa di particolari vele in cemento, con la funzionalità di piloni, e al riempimento della voragine con materiale drenante tipo ghiaione. "Un’azione di consolidamento non invasiva per le pendici e la spinta della montagna che insiste su un punto dove sono ancora visibili le tracce di frane centenarie – continua –. Via libera, poi, alla gettata superficiale di asfalto per ridare vita all’arteria. Il percorso progettuale, partito a giugno dell’anno passato, ha coinvolto anche il geologo Stefano Marabini. Fondamentale la profonda conoscenza della struttura del sottosuolo e il lavoro burocratico sviluppato dal personale degli uffici del nostro municipio a cui va un grande ringraziamento".