Infermiera si sente male in servizio : "Siamo sfiniti, così non si va avanti"

Il sindacato Nursind protesta con i vertici di Ausl e Regione: "Colleghi costretti a saltare i turni di riposo"

Infermiera si sente male in servizio : "Siamo sfiniti, così non si va avanti"

Infermiera si sente male in servizio : "Siamo sfiniti, così non si va avanti"

Gli infermieri alzano di nuovo la voce per denunciare la carenza di organico in ospedale. Ieri, nel giorno dello sciopero proclamato dal sindacato autonomo Fials (in quel caso di tutto il personale del comparto sanità dell’Ausl), anche Nursind, il sindacato degli infermieri e delle ostetriche, è tornato a protestare con i vertici dell’Azienda sanitaria e della Regione per una situazione che "da tempo si trovano ad affrontare gli operatori sanitari" al Santa Maria della Scaletta.

Il quadro tracciato da Nursind rispecchia quello già denunciato a più riprese dagli altri sindacati: infermieri "sotto organico e senza alcun tipo di assistenza", anche in reparti con pazienti che richiedono la costante presenza di professionisti al loro fianco, specialmente nelle ore notturne.

"Una nostra collega ha persino avuto un malore in pieno servizio, non è possibile andare avanti in questo modo", sottolinea Anna Fabiano Esposito, delegata sindacale per l’Ausl imolese. E aggiunge: "In diversi reparti ad alta intensità di pazienti, come ad esempio Geriatria o Ortopedia, siamo sempre meno e non ci sono Oss al nostro fianco, soprattutto di notte, quando ci sono solo due infermieri di turno che devono svolgere contemporaneamente anche altri compiti che non gli dovrebbero competere".

Insomma, secondo quanto riferito dal sindacato, la situazione si conferma grave. "Siamo a pezzi – continua Fabiano Esposito –. Il burnout è sempre più diffuso fra i nostri colleghi, costretti spesso a saltare i turni di riposo, con conseguenze sia sulla propria qualità della vita e sulla gestione del tempo fra impegni personali e lavoro, ormai inesistente, sia sulla qualità dell’assistenza che si dovrebbe garantire ai pazienti".

A preoccupare, in casa Ausl Imola, è in particolare l’imminente organizzazione delle ferie estive. "Con la conseguenza che il personale, già esiguo, si ritroverà sempre di più ridotto all’osso, anche in quei reparti con pazienti totalmente dipendenti dal personale sanitario", rimarca la sindacalista. E aggiunge: "È necessario implementare le piante organiche, anche se sappiamo bene non è semplice, visto che mancano infermieri e quelli che ci sono vengono sottopagati o sono costretti a rientrare in anticipo dai turni di riposo, o a saltarli del tutto, senza alcuna possibilità di recupero. Non è possibile pensare di poter garantire un servizio all’altezza delle esigenze di determinati reparti con due soli infermieri nei turni notturni".

Antonella Rodigliano, segretaria regionale del Nursind, parla di "situazione cronica e complicata che denunciamo ormai da tempo". Per questo, prosegue la sindacalista allargando il ragionamento all’intero territorio emiliano-romagnolo, "servono nuove assunzioni nelle nostre aziende sanitarie, gli infermieri non ce la fanno più. Si investe sempre di meno sul personale – aggiunge Rodigliano – e le piante organiche carenti non fanno che pesare su chi rimane al proprio posto, praticamente in qualsiasi reparto, dove le carenze nell’organizzazione interna pesano notevolmente sul benessere lavorativo dei professionisti".

Lo stress correlato al lavoro, secondo quanto riportato dalla sindacalista, "è ormai una costante in quasi tutte le Aziende sanitarie della regione, dove siamo sempre di meno, ma dove allo stesso tempo stanno arrivando diverse risorse da fondi Pnrr per l’acquisto di nuovi macchinari, senza che ci siano medici o infermieri in numero adeguato per poterli utilizzare correttamente. È il momento – conclude Rodigliano – che dirigenti e istituzioni facciano qualcosa. Ed è necessario che ci apra un dialogo per trovare insieme delle soluzioni condivise".