La confisca dei beni delle mafie I ragazzi di ‘Vitamina C’ all’incontro con Libera Terra

Nell’auditorium della Cefla gli studenti delle superiori ascoltano le testimonianze "Questo fenomeno fondato su paura, ricatto e omertà si combatte con un altro tipo di cultura".

La confisca dei beni delle mafie  I ragazzi di ‘Vitamina C’  all’incontro con Libera Terra

La confisca dei beni delle mafie I ragazzi di ‘Vitamina C’ all’incontro con Libera Terra

La seconda tappa del progetto Vitamina C, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane – Imola e rivolto ad oltre 170 studenti di alcune scuole superiori del territorio, si è soffermata sul tema del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un capitolo attuale per comprendere l’impegno della cooperazione nella lotta per la legalità e nella garanzia di un lavoro onesto ed equo per tutti. Ma anche nel contrasto alle mafie ed alle criminalità organizzate.

Protagoniste dell’appuntamento, andato in scena nei giorni scorsi nella sala Auditorium di Cefla, l’associazione ‘Libera-Nomi e numeri contro le mafie’ e l’agenzia per lo sviluppo cooperativo e la legalità ‘Cooperare con Libera terra’.

"Le mafie non sono un fenomeno che riguarda solo le regioni del sud Italia: abbiamo sempre più esempi in Lombardia, in Emilia-Romagna e anche nel Circondario Imolese – hanno detto Christian Fossi, coordinatore di Cooperare con Libera Terra e la volontaria del presidio imolese di ‘Libera’ Virginia Pasquariello –. Un fenomeno culturale e sociale che si fonda sulla paura, sul ricatto e sull’omertà. Prima di tutto occorre, quindi, un impegno formativo: combattere affermando un altro tipo di cultura".

Già, perché le mafie non commettono soltanto reati e non si limitano a gestire traffici illeciti ma creano un autentico sistema. Un vero mondo parallelo e alternativo alla società legale che condiziona, direttamente o indirettamente, la vita della comunità.

Importante, in tal senso, l’intervento di Massimo Rocco, presidente della cooperativa ‘Le Terre di Don Peppe Diana’, per capire l’importanza dell’impegno civico di tutti al cospetto della piaga. Il sodalizio, infatti, prende il nome dal sacerdote ucciso nella sua chiesa nel 1994 per essersi opposto alla camorra. La giovane cooperativa coltiva in biologico circa ottanta ettari di terreni confiscati nel Casertano e produce mozzarella di bufala Dop in un caseificio sorto su un bene in passato appartenuto ai criminali.

Parole chiave dell’incontro? Memoria delle tante vittime innocenti e riscatto. Una direttrice legata all’impegno, alla passione e alla perseveranza di queste nuove cooperative, vincolate alla massima trasparenza dei propri bilanci in attivo e allo sviluppo di attività fiorenti con prodotti di qualità, per incidere in modo positivo sul tessuto economico di riferimento. Una decisa svolta per il territorio con la finalità di restituire alla collettività i beni confiscati ai mafiosi. Una lezione di vita e di autoimprenditorialità.

Il modo migliore per coinvolgere e motivare i ragazzi, a cui è stata donata una mozzarella prodotta da ‘Le Terre di Don Peppe Diana’, a proseguire nel progetto Vitamina C ideando imprese capaci di stare sul mercato in modo equo, democratico e sostenibile.

Stimoli da convertire in idee che l’Alleanza delle Cooperative Italiane Imola userà poi per dare risposte ai bisogni del territorio e per creare nuova occupazione. Il progetto Vitamina C, infatti, è concepito come occasione per i giovani di sviluppare le prime competenze. Un ponte tra il mondo della scuola e quello del lavoro.

Gli studenti sono al centro di un concorso che li metterà alla prova in ambito digitale, comunicativo e nell’ideazione di una forma di impresa, da realizzare in chiave cooperativa, che vedrà la luce in collaborazione con Officina Immaginata.

Mattia Grandi