"L’alberghiero, un brand per tutti". Un libro per il Bartolomeo Scappi

Presentata l’opera che racconta aneddoti e curiosità di una scuola che rappresenta 30 anni di storia del territorio. Ricordati i compianti Giuliana Cimatti e Giuseppe Pedrielli. "Da sempre lo studente è il fulcro dell’istituto".

"L’alberghiero, un brand per tutti". Un libro per il Bartolomeo Scappi

"L’alberghiero, un brand per tutti". Un libro per il Bartolomeo Scappi

C’era un tempo in cui gli studenti facevano lezione dentro aule di fortuna allestite all’Hotel delle Terme e poi si trasferivano per la ‘pratica’ alla cucina centralizzata del comune. Gli eredi di quegli studenti, trent’anni più tardi, servono colazioni e pranzi ai campioni della Virtus Bologna, imparano a fare il gelato con strumenti all’avanguardia della Carpigiani, vincono concorsi di cucina e di sala-bar in ogni angolo di Europa. La sintesi di trent’anni dell’istituto alberghiero "Bartolomeo Scappi" sta tutta qui, in una crescita straordinaria ed esponenziale, un decollo dov’è chiaro il punto di partenza ma dove, per fortuna, ancora non si intravede il punto di arrivo. Una storia che venerdì sera hanno raccontato al teatro Cassero di Castel San Pietro sindaco, preside, ex e attuali dirigenti scolastici provinciali e regionali, snocciolando storie e ricordi, ripercorrendo il passato e intravedendo il futuro, sfogliando pagine di un libro che adesso non è solo metafora ma realtà. "Bartolomeo Scappi-Scuola e territorio: il trentennale dell’autonomia": è questo il titolo del libro voluto da chi c’era sul palco ma soprattutto da chi alla puntata finale del kolossal non è potuto arrivare, ovvero l’ex, storica prima dirigente dello "Scappi" Giuliana Cimatti e l’altrettanto compianto Giuseppe Pedrielli, lui che il libro non l’aveva soltanto voluto, ma messo assieme pezzo per pezzo, arrivando a un passo dalla pubblicazione. Idealmente, la serata è stata tutta per loro (e per la preside Cimatti due ore più tardi è arrivata anche l’intitolazione di un laboratorio del ‘suo’ istituto). A ripensare alla preistoria dell’alberghiero castellano, una preistoria pur lontana soltanto 30 anni, vengono i brividi a guardarlo adesso. Se non leggendo il libro, se non ascoltando i racconti di chi c’era, pare impossibile che lo ‘Scappi’ sia diventato in un pugno di decenni "non solo una scuola, ma un vero brand", l’illuminata uscita dell’assessore regionale Andrea Corsini. Ecco, il ‘brand Scappi’ è figlio di una storia tortuosa, fatta anche di contestazioni per quell’istituto per anni solo immaginato ma che pareva non venire mai alla luce. Sorto nel posto giusto e negli anni giusti, in una città che cresceva con le sue Terme, il golf (l’unico in Italia di proprietà comunale), l’Anusca, l’arrivo del casello autostradale e il potenziamento delle ferrovie, in tre lustri o poco più divenne l’istituto superiore più popolato della provincia bolognese, oltre 1.500 studenti. "Ha funzionato ed è cresciuto perché lo studente è stato sempre il centro e il fulcro dello ‘Scappi’", l’unanime pensiero in una sera non come tutte le altre, dove si è letta la storia in attesa di rifarla, nel prossimo trentennio di un istituto che ha le potenzialità per diventare ancora più grande.

Claudio Bolognesi