ENRICO AGNESSI
Cronaca

Mense scolastiche, costi al top. Carapia (FdI) contro la giunta:: "Servizio fra i più cari in provincia"

A Imola si pagano 7,5 euro al giorno e solo con cinque assenze consecutive si ha uno sconto del 10 per cento. In altre città la spesa è prevista solo per le effettive consumazioni e i prezzi sono nettamente inferiori.

Mense scolastiche, costi al top. Carapia (FdI) contro la giunta:: "Servizio fra i più cari in provincia"

Mense scolastiche, costi al top. Carapia (FdI) contro la giunta:: "Servizio fra i più cari in provincia"

La mensa scolastica imolese è tra le più care dell’area metropolitana. Un piatto salatissimo, più ancora di quello servito a Bologna. E che a livello provinciale ha pochissimi rivali. Nonostante i confronti tra le varie realtà risultino particolarmente difficili, tra regolamenti e agevolazioni che cambiano da comune a comune, solo Molinella sembra infatti avere un costo maggiore.

Per il servizio di ristorazione degli studenti, dopo gli aumenti dello scorso anno, le famiglie imolesi che non godono delle agevolazioni (vale a dire quelle con Isee sopra i 17mila euro) spendono oggi 151,70 euro al mese (addebito bimestrale di 303,40 euro). Calcolando una frequenza media di 20 giorni, escludendo cioè sabati e domeniche, fanno più di 7,50 euro a pasto. A Bologna, dove il calcolo è su base giornaliera così come avviene in tanti altri comuni, sopra i 17mila euro di Isee si pagano 5,50 euro a pasto; con aumenti progressivi che arrivano fino a 6,80 euro. E nel resto della provincia, gli importi medi giornalieri sono molto più vicini ai 6 euro che non ai 7.

Tra i fattori che vengono contestati dalle famiglie imolesi, il fatto che il regolamento comunale consente una decurtazione del 10% solo in caso di cinque giorni di assenze consecutive, mentre altrove i genitori possono contare su un sistema più elastico e per loro meno penalizzante. In pratica, in molti comuni si paga solo per i giorni di effettivo utilizzo del servizio. E anche in caso di una singola assenza, o di più assenze non consecutive, si ha diritto allo sconto.

Anche per quanto riguarda la fascia per le riduzioni, Imola è di manica piuttosto stretta. Siamo ampiamente sotto la media dei 50 comuni dell’area metropolitana, dal momento che qui per le agevolazioni vengono prese in considerazione solo le famiglie con Isee inferiore a 17mila euro. "Se c’è un primato di cui non andare fieri a Imola è il costo dei servizi di refezione scolastica – protesta Simone Carapia, consigliere comunale di Fratelli d’Italia –. Le famiglie imolesi devono fare i conti sulle tariffe più salate del territorio metropolitano. Una situazione allarmante, visto che la refezione scolastica costituisce un servizio essenziale di interesse pubblico e un elemento fondamentale all’interno del sistema educativo. Ma un servizio così importante deve avere costi sostenibili e in linea con gli altri comuni".

Ecco perché l’esponente di opposizione chiama in causa la Giunta. "Visto che da palazzo, chi governa Imola si loda e imbroda dei tesori e tesoretti vari maturati sulla pelle dei cittadini (tasse ecc.), ritengo che qualcuno si debba fare un grosso esame di coscienza – conclude Carapia –. Le tabelle e i dati parlano chiaro: da quello che si evince non siete i più bravi, ma i più cari. E quelle che ci rimettono sono le famiglie imolesi".

In un quadro come quello fin qui descritto, assume ancora maggiore importanza la firma (ormai imminente) dell’accordo tra Giunta e sindacati che congelerà le tariffe di refezione scolastica così come auspicato da Cgil, Cisl e Uil. Se non ci saranno ripensamenti, diversamente da quanto inizialmente previsto nel bilancio di previsione 2024 (si parlava di un ulteriore +5% dopo gli aumenti del 2023) a settembre non sarà applicato alcun adeguamento Istat.