FRANCESCA PRADELLI
Cronaca

Una mostra fotografica in ospedale: gli anziani combattono la solitudine

Imola: oltre 40 scatti al piano terra grazie al contributo di Donatella Vivoli, è stata con loro alla serra “San Giuseppe“

I primi spettatori della mostra nel corridoio al piano terra dell’ospedale: nei muri sono esposti gli scatti con i protagonisti attivi e passivi, direttamente dalla serra ’San Giuseppe’; nel riquadro, Donatella Vivoli, fotografa che ha aiutato gli anziani e le anziane nel progetto (servizio Isolapress)

I primi spettatori della mostra nel corridoio al piano terra dell’ospedale: nei muri sono esposti gli scatti con i protagonisti attivi e passivi, direttamente dalla serra ’San Giuseppe’; nel riquadro, Donatella Vivoli, fotografa che ha aiutato gli anziani e le anziane nel progetto (servizio Isolapress)

Imola, 4 maggio 2024 – Il corridoio del piano terra dell’ospedale ‘Santa Maria della Scaletta’ si trasforma in una luogo di esposizione artistica. Ieri mattina è stata inaugurata la mostra "Fotograf* per un giorno". Le fotografie, 48 scatti sia a colori che in bianco e nero, realizzate da un gruppo di anziani e anziane con l’aiuto della fotografa Donatella Vivoli, rimarranno accessibili al pubblico fino al 2 giugno.

"Abbiamo scelto un titolo che fosse più inclusivo possibile e che comprendesse tutti, senza fare distinzione di sesso – spiega la Vivoli –. Quando mi hanno contattato dall’associazione ‘PerLeDonne’, chiedendomi di passare una giornata nella serra "San Giuseppe" con degli anziani per fotografarli, ero contenta dell’idea, ma non completamente. Ho deciso quindi di renderli fotografi e modelli al tempo stesso, per documentare non solo la loro passività, ma anche la loro attività".

Le foto ritraggono infatti sia il momento dello scatto dell’anziano verso il soggetto, sia il ritratto stesso. La scelta di esporle nel corridoio è di Alice Bonoli, dirigente sociologo responsabile di tecnostruttura dell’Asl di Imola. "Esporre le fotografie all’ingresso significava metterle su dei treppiedi e non era il massimo per una questione di sicurezza – spiega –. Qui invece è già tutto adibito a mostra ed è molto luminoso, oltre che essere un luogo di passaggio", conclude.

L’idea si inserisce nel progetto "da più vicino, facendo azioni di comunità, come il contrasto delle solitudini involontarie, specie nella popolazione anziana, attraverso iniziative e percorsi di coinvolgimento attivo e partecipato". A realizzarlo sono Croce Rossa Italiana (comitato di Imola), Anteas Imola e le associazioni Santa Maria della Carità, No Sprechi, Extravagantis Teatro, E Pas e Temp, PerleDonne, Trasgressivo Imola Laboratorio Teatro e la fondazione di culto Santa Caterina.

"Abbiamo aderito già da tempo a questo progetto perché crediamo sia giusto fare il possibile per combattere la solitudine delle persone anziane – spiega Maria Rosa Franzoni, socia fondatrice dell’associazione PerLeDonne –. Facendo rete e comunità si prevengono depressioni e malattie". Una riflessione che condivide Valentina Gilberti, volontaria dell’associazione Anteas Imola, che ha deciso di non fermarsi alle sole fotografie. Dopo aver coinvolto gli anziani in questo progetto, oggi (ieri, ndr) pomeriggio fino al 12 giugno daremo vita al laboratorio teatrale ‘Ritratti’. In questo modo si allarga il significato della mostra in un qualcosa di più ampio". Una giornata importante anche per un ritorno di tradizioni.

"Così facciamo un tuffo nel passato – dice infatti con orgoglio Andrea Rossi, direttore ospedaliero –. Il regolamento del vecchio ente ospedaliero di Imola aveva già l’idea di esporre dentro gli spazi di cura opere d’arte. Si parlava di quadri, oggi invece ci rifacciamo a una forma d’arte più moderna. Questa esposizione rivolge l’attenzione di cura sia per il corpo sia per la mente, ponendo l’attenzione alla persona nella sua totalità". Una cura che in questa settimana si è realizzata anche attraverso ‘Munera’, come ricorda con orgoglio Daniela Spadoni, assessora al Welfare del Comune di Imola. "Questa esperienza di dono di musica agli anziani, da parte degli allievi dell’Accademia, ricorda come tutti i luoghi di cura siano fondamentali per le relazioni e su quanto sia importante lavorarci", conclude.