Pochi medici al Cau, ira FdI-Lega : "Colpa di un progetto nato male"

Il centrodestra critica la Regione: "Inutile corsa sfrenata per dimostrare di essere i primi della classe"

Pochi medici al Cau, ira FdI-Lega : "Colpa di un progetto nato male"

Pochi medici al Cau, ira FdI-Lega : "Colpa di un progetto nato male"

La carenza di medici al Centro assistenza urgenza (Cau) dell’ospedale vecchio, dove mancano quattro professionisti, fa scattare le proteste delle forze politiche di opposizione. E in particolare quelle del centrodestra.

"Ci era stato promesso un servizio sartoriale, adattato alle nostre necessità – osserva Daniele Marchetti, consigliere comunale e regionale della Lega –. Ciò che abbiamo ottenuto, sembra essere più un vestito con i pantaloni con gli orli troppo corti".

Nella lettura dell’esponente del Carroccio, "non sorprende la carenza di medici al Cau, una situazione che contrasta nettamente con le parole roboanti che abbiamo sentito mesi fa (quando la nuova struttura venne presentata al teatro Sitgnani, ndr) che suggerivano un’adesione di professionisti senza precedenti. Questo è il risultato di una corsa sfrenata per dimostrare di essere i primi della classe".

Secondo Marchetti, la riforma del settore dell’emergenza-urgenza "avrebbe dovuto essere affrontata con cura, non con iniziative improvvisate. Una strategia più adeguata – ricostruisce il leghista – sarebbe stata l’apertura di ambulatori accanto ai pronto soccorso, al fine di rendere la struttura più attraente dal punto di vista professionale e, soprattutto, per ridurre veramente gli accessi impropri, che attualmente si sono ridotti solo del 6,6%. È importante ricordare che la stima media regionale sugli accessi impropri era del 70%".

Invece, prosegue Marchetti, la Regione "ha deciso di procedere con un’accelerazione senza una strategia ben definita, aprendo alcuni Cau distanti dai pronto soccorso, come a Imola, e utilizzando in molti casi la continuità assistenziale per coprire le falle – conclude il leghista –, senza garantire un servizio aggiuntivo o significativi benefici per i pronto soccorso e il territorio circostante".

Protesta anche Fratelli d’Italia, che mette sotto la lente anche le altre carenze organiche registrate dall’Ausl a livello di circondario in un report inviato nei giorni scorsi alla Regione: un pediatra, due medici di medicina generale e ben 24 professionisti per l’assistenza primaria ad attività oraria per le esigenze del servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica).

"Il Cau è sotto-organico a Imola e in generale nell’Ausl mancano medici: e di chi è la colpa? - domandano i meloniani Nicolas Vacchi e Simone Carapia –. Cosa pensa di fare l’Azienda sanitaria per risolvere il problema? Viste le criticità, sembra normale? Se si è in una condizione di organico ridotto, bisognerà provvedere quanto prima a proroghe di tutti, in modo da limitare i disservizi e garantire il diritto a una salute di prossimità".

Nelle parole dei due esponenti di FdI, il tema della sanità "è importante soprattutto per quello che abbiamo vissuto durante la pandemia. Peraltro – proseguono Vacchi e Carapia –, i medici di base sono stati e sono un baluardo per i cittadini. Per questo non si capisce questo che pare un immobilismo della nostra azienda sanitaria. Aggiungiamo che prima di pensare al Cau, scelta forse più politica che organizzativa-sanitaria che ha dimostrato i propri limiti già solo per gli accessi e la sua collocazione, bisognerebbe cercare di coprire il territorio con medici di famiglia. Quanto costano queste scelte alle tasche dei cittadini?". Ecco perché Vacchi e Carapia incalzano sia la Giunta che i vertici dell’Azienda sanitaria. "Ci attendiamo delle risposte da parte di chi governa Imola e circondario e dalla dirigenza dell’Ausl locale –. Non si allestiscono nuovi contenitori ambulatoriali, per poi apprendere che mancherebbero i medici e gli infermieri sono ridotti allo stremo per un organico ridotto all’osso. Vogliamo chiarezza; e la si deve avere nella commissione Sanità".