Quartiere Zolino. La giunta ridà slancio al maxi-progetto da cinquecento alloggi

Il Comune vuol far ripartire il vecchio piano di ampliamento. Giovedì il Consiglio approverà la variante che fu adottata nel 2021. L’assessore Zanelli: "È il passaggio finale di quel procedimento".

Quartiere Zolino. La giunta ridà slancio al maxi-progetto da cinquecento alloggi

Quartiere Zolino. La giunta ridà slancio al maxi-progetto da cinquecento alloggi

di Enrico Agnessi

Ridisegno dei lotti, con suddivisione dell’intervento in due stralci funzionali, e semplificazione dell’impianto urbanistico. È così che la Giunta, su richiesta dei soggetti attuatori dell’operazione, prova a far ripartire il vecchio piano di ampliamento residenziale nel quartiere Zolino (500 alloggi di cui 110 di edilizia residenziale sociale e otto ‘popolari’ più un grande parco pubblico), rimasto impantanato nella crisi del settore edilizio di un paio di lustri fa.

Giovedì il Consiglio comunale approverà la variante adottata nel 2021 e che ora ha completato l’iter con le controdeduzioni degli enti coinvolti.

"È il passaggio finale di quel procedimento – ricorda l’assessore all’Urbanistica, Michele Zanelli, nel passaggio di ieri in commissione –. Un piano che, pur essendo di lunga data, finora non ha mai avuto nessun esito attuativo. L’originale risale al 2006, la convenzione è stata approvata nel 2010, ma il permesso di costruire rilasciato per realizzare le opere di urbanizzazione è rimasto lettera morta. Tanto che, nel 2015, era stato autorizzato lo svincolo della fideiussione causa fallimento di Cesi e Villa del cedro (due dei soggetti attuatori, ndr)".

Si arriva così alla variante del 2021 per "tentare la ripartenza del piano attraverso la modifica dello schema urbanistico generale", ricostruisce Zanelli in commissione, parlando appunto di "diverso layout dei lotti" e "semplificazione dell’impianto urbanistico. E questo – prosegue l’assessore – avvalendosi del fatto che la convenzione stipulata nel 2010, e che di norma ha una validità di dieci anni, è tuttora vigente per l’effetto combinato di proroghe intervenute in tempi recenti tra Covid e alluvione".

Come illustrato da Zanelli in commissione, assieme al nuovo piano urbanistico semplificato è stato individuato un primo stralcio funzionale che riguarda solo le aree non coinvolte dai fallimenti delle due proprietà. "Un procedimento che tende a tenere in vita le possibilità che le ditte in bonis possano intervenire nel primo stralcio del comparto – prosegue l’assessore – e ci sia poi modo, attraverso le aste, di avere nuovi soggetti attuatori".

Critiche dall’opposizione. Secondo Daniele Marchetti (Lega) si tratta di "accanimento terapeutico" da parte di una Giunta che "sta spingendo per una cementificazione sempre più ampia della città". Ezio Roi (M5s) protesta invece per una "speculazione edilizia da anni ‘50 o ‘60" e per uno sviluppo urbanistico che "non tiene conto delle esigenze delle persone". Dubbi anche da Rebecca Chiarini (gruppo misto): "C’è il rischio che si edifichi solo una parte, quella dei soggetti in bonis. Cosa succederà all’altra?".

Replicando a tali sollecitazioni, l’assessore Zanelli assicura che "in questa previsione di sviluppo urbano non ci sono speculazione edilizia o cementificazione. Il piano – conclude il titolare dell’Urbanistica – dipende dallo stato di salute delle aziende e dal mercato, ma ora le sue condizioni di partenza sono più attuali".