Troppi cantieri in città

Se non fosse bastata Bologna Città 30, con tutti i rallentamenti dei trasporti, polemiche, discussioni e discorsi degli ambientalisti/ciclisti/integralisti ora Bologna vive una nuova emergenza che paralizza il traffico impedendo non solo alle auto ma anche a bus, moto, bici e pedoni qualunque spostamento in città con tempistiche umane. Il sindaco e la sua giunta stanno portando avanti con tempistiche sovrapposte, il progetto Tramvia e l'intervento del canale del Reno. Non occorre essere un genio per capire che due interventi così invasivi non possono viaggiare in contemporanea perché se cominci a fare scavi, chiudi strade e togli parcheggi il traffico impazzisce e si blocca. Se non fosse tragico, sarebbe ironico: la stessa persona che ci obbliga a non andare a più di 30 km/h ha anche trovato la soluzione per impedirci di prendere multe! A tutte queste lamentele, il sindaco continua a rispondere che si tratta di una errata percezione. Città 30, il filobus e la riapertura del canale sono tre azioni esecutive del medesimo piano che vuole trasformare Bologna in una sorta di città Frankenstein, un mix con la viabilità di Grenoble, il sistema bus di Milano e i canali di Venezia. Aggiungerei anche la criminalità intorno alla stazione Centrale tipico delle banlieu di Parigi e lo spaccio di droga di piazza Maggiore simile a quello di Parco Verde di Caivano. Se poi aggiungiamo che la Torre Garisenda è a rischio di crollo, che ogni pertugio carrabile è diventato un parcheggio a pagamento e Bologna sembra la città dei Puffi per tutte quelle strisce blu, che ogni sera a Piazza Verdi si ripete lo scandalo di migliaia di scappati di casa che bevono, fumano, urlano fino a notte fonda senza che nessuno intervenga. E non credo di essere l'unico bolognese che vede il degrado in cui versa il centro ormai feudo incontrastato di clochard, malintenzionati a volte armati di machete e tossici.

Gianni Furini