REDAZIONE MACERATA

Sindaco condannato per truffa

Secondo l’accusa timbrava il cartellino in ospedale, ma poi andava in Comune. Difesa pronta al ricorso

Sindaco condannato per truffa

Rolando Pecora

Imputato per truffa è stato condannato a otto mesi il sindaco di Montelupone Rolando Pecora. Ieri in tribunale a Macerata è arrivata la sentenza per il primo cittadino e medico, ora in pensione. Molto stimato come professionista e come primo cittadino, Pecora era sotto processo per quanto avvenuto tra l’ottobre del 2015 e il dicembre 2016. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Stefano Lanari, dopo l’elezione a sindaco avrebbe continuato a lavorare in ospedale, entrando presto e timbrando il cartellino, ma a metà mattinata se ne sarebbe andato in Comune a Montelupone. Poi nel tardo pomeriggio sarebbe rientrato in ospedale e avrebbe timbrato l’uscita. Un collega medico aveva denunciato tutto alla Guardia di Finanza ed erano state avviate le indagini.

Nel 2020 era cominciato il processo. Sentito in aula, all’epoca, Pecora aveva negato le accuse, chiarendo che i suoi spostamenti fossero sempre stati comunicati, e dunque alla luce del sole. Ieri la condanna a otto mesi decisa dal giudice, con sospensione condizionale della pena e una provvisionale di 5 mila euro. "Dall’istruttoria è emersa la trasparenza della condotta di Pecora, che aveva agito alla luce del sole – ha commentato l’avvocato Paolo Rossi, che difende il primo cittadino di Montelupone –. Tutti sapevano dell’incarico di sindaco. Alle 7 del mattino entrava in ospedale, controllava che tutto fosse svolto in modo regolare, trattava le urgenze. Poi una volta sistemato in reparto, comunicava che sarebbe andato in Comune. Se c’erano urgenze non andava oppure comunicava di essere subito richiamato dall’ospedale. Invece di smarcare l’uscita intermedia, lo faceva alla sera, quando rientrava in reparto. Tra l’altro, considerato il suo ruolo, come interpretato anche dal sindacato dei medici, non c’erano orari da rispettare, ma obiettivi di raggiungere. Cosa che ha fatto, visto che il reparto di pediatria dell’ospedale di Civitanova ha raggiunto il riconoscimento dell’Unicef grazie a Pecora. Aspettiamo le motivazioni, poi impugneremo la sentenza". L’Ast si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Gianfranco Borgani.

Chiara Marinelli