
L’ad Fabio Marchetti
È più dalla parte del sindaco Pepa di Recanati che con il presidente dell’Aato 3 Alessandro Gentilucci, l’amministratore delegato del gruppo Astea Fabio Marchetti, a proposito delle nuove tariffe dell’acqua. Come si ricorderà mentre il secondo proponeva aumento zero, il primo cittadino di Recanati ha capeggiato il gruppo di maggioranza dei sindaci che ha deciso un aumento del 15% spalmato su due anni (2024-2025).
Fabio Marchetti precisa che Astea non ha proposto alcun aumento diretto delle tariffe per il servizio idrico, che sono determinate dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), ente che stabilisce i costi in base ai bilanci aziendali e ai parametri di efficienza. "La tariffa che viene fissata per il 2024 – ha spiegato Marchetti – si basa sui costi sostenuti nel 2022, un ritardo che non tiene conto degli aumenti della spesa intervenuti negli ultimi due anni come il caro energia o l’inflazione".
Per il biennio 2022-2024, Arera ha stimato un incremento medio delle tariffe del 32,8% per coprire costi operativi, investimenti e spese generali. Tuttavia, il limite massimo annuale, imposto per legge per tutelare i cittadini, ha ridotto l’aumento effettivo al 15% distribuito in due anni. Marchetti ha sottolineato che le decisioni finali sono frutto di un equilibrio tra le necessità delle aziende e la sostenibilità per gli utenti.
"Arera pone limiti per evitare aumenti insostenibili, ma chiede anche alle aziende di garantire la qualità del servizio e di rispettare gli impegni economici: è chiaro che queste non possono accettare ulteriori riduzioni senza dichiarare che ciò mette a rischio la loro stabilità finanziaria. Nessun consiglio di amministrazione si assumerebbe questa responsabilità".
Tra i temi più dibattuti, anche la gestione dei conguagli. Astea avrebbe diritto a un conguaglio di 4,2 milioni di euro per spese sostenute, ma l’Autorità ha deciso di dilazionarlo a partire dal 2026. "Questo significa che l’azienda deve comunque anticipare costi significativi per investimenti e gestione, a volte ricorrendo al credito bancario con ulteriori oneri".
Marchetti ha anche menzionato la possibilità di differenziare le tariffe in base al reddito degli utenti, un’opzione che avrebbe potuto offrire maggiore equità, ma che non è stata esplorata in questa fase. La mediazione politica, che ha portato all’aumento del 15% in due anni, sembra quindi rappresentare l’unico compromesso tra esigenze aziendali e sostenibilità per i cittadini.
"Non si tratta di volontà politica, ma di garantire un servizio di qualità nel rispetto delle regole e delle necessità del territorio" conclude Marchetti.