Uso aree pubbliche: concesso un anno in più

Modificato il regolamento per aggiornare le posizioni in merito al pagamento del canone di concessione.

C’è ancora un anno di tempo per mettersi in regola sulla denuncia, e relativo pagamento, del nuovo canone di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria che riunisce in una sola voce di prelievo le entrate relative all’occupazione di aree pubbliche e la diffusione di messaggi pubblicitari. Il Consiglio comunale di Recanati aveva già approvato nel 2021 il regolamento per determinare le modalità con cui applicare il canone concedendo ben tre anni per la regolarizzazione amministrativa da parte degli interessati, e cioè il rinnovo della concessione o autorizzazione. "Dall’analisi che abbiamo fatto a fine anno – confessa in Consiglio comunale il sindaco Bravi nel presentare la modifica del regolamento – abbiamo verificato che ci sono ancora molte attività produttive che non hanno dato seguito a questo obbligo normativo e non hanno, quindi, provveduto ad aggiornare le loro posizione nonostante i tanti inviti ricevuti. Senza questa modifica del regolamento, che oggi andiamo ad approvare l’Abaco, il nostro concessionario della riscossione, sarebbe obbligato ad applicare le sanzioni previste, che sono anche abbastanza importanti, per il mancato rispetto della norma". Così il Consiglio comunale lunedì sera, sfruttando una norma di legge, ha modificato il regolamento prevedendo un anno in più per mettersi in regola e fissando l’ultima scadenza alla fine del 2024. Scelta che permette anche all’attuale Giunta di scavalcare il periodo elettorale senza creare particolari e pericolosi attriti con le categorie economiche. "Certamente - conclude il sindaco - è necessario anche incentivare la comunicazione agli interessati e quindi, nel corso dell’anno provvederemo anche ad organizzare una specifica campagna informativa di ulteriore sensibilizzazione sul tema". Sicuramente a contribuire a questo disinteresse nel mettersi in regola ha contato anche il fatto che l’anno scorso le tariffe applicate hanno subito un importante aumento, quasi del 20%, giustificato – si legge nell’atto deliberativo – dal fatto che "l’introduzione del cosiddetto ’Canone Antenne’ (relative alla telefonia mobile, ndr.) ha comportato una riduzione del gettito del canone unico patrimoniale a decorrere dall’anno 2022".

Antonio Tubaldi