Masterchef 7, cosa fa oggi il vincitore Simone Scipioni

"Ora cucino in tutta Italia, ma non lascio il mio paese. A Montecosaro c’è talento"

Simone Scipioni il vincitore di Masterchef  7

Simone Scipioni il vincitore di Masterchef 7

Macerata, 16 settembre 2018 - I fornelli di Masterchef, la cucina più famosa d’Italia, sono spenti da sei mesi, ma Simone Scipioni continua ad armeggiare tra gli strumenti del mestiere, chiamato a dar prova di sé in show cooking a spasso per lo Stivale. Il ventunenne, campione della settima edizione (in questi giorni in televisione su Tv8 vanno in onda le repliche), guarda in avanti mantenendo intatto quel suo essere umile e sincero. Sempre sé stesso. Senza mai dimenticare le radici e quell’amore per la sua Montecosaro, piccola realtà maceratese di quasi 7200 anime. «Se vinco mi fanno patrono ‘de Montecò’», diceva il concorrente in finale. E poco ci manca.

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Scipioni, dopo Masterchef come è cambiata la sua vita?

«Diciamo che è cambiata tanto la routine. Adesso non ho ritmi molto ben definiti. Giro parecchio e vivo un po’ alla giornata».

E’ rimasto a Montecosaro. Resta quindi il sogno di vivere nella sua terra?

«La mia base è sempre qui, dove c’è casa mia e dove continuo a vivere».

In una precedente intervista disse che tra dieci anni si vedrebbe ancora a Montecosaro, con la sua attività, a fare la cucina che le piace. Sogno mutato?

«Proseguo con questo sogno. Ovviamente non ho nulla di pratico tra le mani perché adesso sono impegnato in altro. E devo fare ancora tantissima esperienza».

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Cosa sta bollendo in pentola?

«Per ora sto partecipando ad eventi e sto facendo show cooking e cene. Ho in mentre anche altro, ma al momento non c’è nulla di concreto».

Montecosaro è una piccola comunità, ricca però di giovani talenti. Oltre a lei penso ad esempio a Lorenzo Baldassarri, pilota di Moto2. Si è mai chiesto perché?

«Montecosaro è soprannominato il paese dei matti e credo che un motivo ci sia: ci sono tanti ragazzi creativi e talentuosi, portati all’arte».

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Conosce Baldassarri?

«Sì, siamo stati compagni di scuola alle medie».

Sta anche continuando gli studi? Seguiva il corso di Scienze dell’Alimentazione e Gastronomia...

«Sono in pausa, anche se sono ancora iscritto all’università. Vedremo, al momento mi tengo tutte le porte aperte. Non si sa mai in futuro...».

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Ha già fatto qualche esperienza in cucine stellate? O qualche corso?

«Non ancora. Mi piacerebbe, quando si calmano un po’ le acque, fare qualche stage o esperienza in ristoranti importanti».

A Montecosaro c’è Michele Biagiola, che con il suo ’Signore te ne ringrazi’ è stato votato «Novità dell’anno» nella guida «Ristoranti d’Italia 2018» del Gambero Rosso...

«Magari! Sarebbe un bel punto di partenza».

Ha pubblicato il suo primo libro di ricette, ‘Al mio paese’. Cosa ci propone per questo autunno?

«Visto che è periodo la ricetta del pane di mosto».

Una pietanza della tradizione. Il suo successo sicuramente è stato quello di puntare sulle origini. Sta sperimentando anche qualcosa di nuovo?

«Quello sempre. La tradizione mi piace molto, ma cerco di cucinare una somma di tutto. La tradizione c’è, ma non solo quella».

Tornando indietro, si iscriverebbe ancora a Masterchef?

«Sì, è stata un’esperienza davvero positiva».

Che consiglio darebbe a chi sta per intraprendere una carriera in cucina?

«Di partire dal fondo, dai lavori più umili. Io ancora devo iniziare, perché in realtà nelle cucine professionali ci sono stato pochissimo, se non per niente».