Alessandro e Stefano, due ragazzi scomparsi e l'ombra delle sette. "Mio figlio manipolato"

Uno è di Sassuolo, l’altro di Piacenza: prima non si conoscevano, ma dopo la fuga sono stati visti e fotografati vestiti quasi come gemelli

Alessandro Venturelli con la mamma, a sinistra con Stefano Barilli alla stazione di Milano

Alessandro Venturelli con la mamma, a sinistra con Stefano Barilli alla stazione di Milano

Sassuolo (Modena), 10 marzo 2021 - "Se sei nella possibilità di farlo, fatti sentire per favore. Né io né papà riusciamo a capire questo silenzio, abbiamo bisogno di sapere se ci sei e se stai bene". Per i genitori di Alessandro Venturelli, Roberto e Roberta Carassai, ogni minuto in più che passa senza loro figlio è una fitta al cuore. Mamma Roberta ritorna a quei giorni prima del 5 dicembre, quando il 21enne ha fatto perdere ogni traccia di sé.

Signora Roberta, come è nata la convinzione in voi, e anche nella mamma di Stefano Barilli, che i vostri figli possano essere vittime di psico-sette? "Qualche giorno prima che scomparisse Alessandro era molto nervoso. Lui era solito confidarsi con me, avevamo un rapporto molto aperto. A volte mi diceva: ‘Mi sento manipolato’. Ma a una mia richiesta di ulteriori spiegazioni ammutoliva, non mi ha mai detto del tutto la verità su quella frase. Oltre a questo, ultimamente stava leggendo un libro particolare…". Quale? "Il titolo è ‘Il potere del cervello quantico’, un testo sulla possibilità che alcune persone hanno di potenziare le proprie capacità mentali. Non aveva mai fatto letture del genere in passato. Quando ha cominciato a leggere questo libro ho notato che prendeva giorno dopo giorno le distanze dai noi. Gli avevo chiesto il perché e lui mi ha risposto: ‘Devo crescere’". Vi siete mai rivolti alle forze dell’ordine per segnalare la possibilità che potesse essere finito nella rete di una setta? "Sì, proprio tre settimane fa, ci siamo rivolti al commissariato di polizia di Sassuolo per chiedere di indagare in questo senso. Ci hanno spiegato che occorreva passare prima dalla prefettura e che non bastava un semplice sospetto per avviare una pista del genere, occorrevano almeno degli indizi". Alessandro che tipo di ragazzo è? Aveva mai manifestato gravi insofferenze in passato? "E’ un ragazzo molto aperto, con lui ho un rapporto bellissimo, non avevamo mai avuto alcun tipo di problema o di controversia. Ha avuto un bruttissimo incidente in moto nel 2016, ha trascorso due mesi nella struttura di Montecatone, vicino Imola, e poi ha seguito un percorso di riabilitazione tra l’ospedale di Baggiovara e Sassuolo: si era ripreso al 100 per cento. Anche dopo quell’episodio non aveva mai manifestato alcun disagio di tipo psicologico: si è diplomato, ha preso la patente, tutto normale" A proposito della foto che li ritrae assieme all’altro ragazzo alla stazione di Milano, lei è sicura che si tratta di suo figlio? "La postura è la sua, ha solo i capelli ricci un po’ più lunghi rispetto a tre mesi fa. L’altro particolare sono le basette: lui solitamente le aveva più lunghe, ma prima di allontanarsi, alle 14, se l’è tagliate. E alle 15.30 è andato via. Tra cappotto e mascherina sul viso certo non è semplicissimo distinguerlo, però mi sento abbastanza sicura che si tratti di Alessandro. L’aspetto inquietante è che quel tipo di look non è sicuramente da lui, un altro indizio che possa essere soggetto a un’influenza esterna". Cosa vuo dire a suo figlio? "Di farsi sentire se ha possibilità di farlo, io e papà non capiamo questo silenzio".