GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Caffè Concerto, pazienza finita. Il Comune pronto alle vie legali: "Il gestore paghi gli arretrati"

Canoni di concessione e utenze, trattative sospese dopo mesi di confronto. Lettera alla società. Mancano centinaia di migliaia di euro. "Soldi pubblici, potremmo asfaltare 10 chilometri di strade" .

Tavolini pieni al Caffè Concerto

Tavolini pieni al Caffè Concerto

Con il credito che vanta il Comune con i gestori del Caffè Concerto si potrebbero asfaltare dieci chilometri di strade, ha calcolato il direttore generale. Parliamo di centinaia di migliaia di euro. Dopo sette incontri e un confronto in atto da mesi, il Comune ha deciso di sospendere le trattative e intraprendere ogni azione utile a tutela del credito in essere con la società RREM. A riferirlo è lo stesso municipio che specifica come dell’ammanco, "nonostante la disponibilità manifestata dall’amministrazione, non è stato possibile pianificare il pagamento anche in quota parte o in forme rateali".

Lo stop è contenuto in una lettera che il Comune ha inviato alla società che ha in concessione il Caffè Concerto di piazza Grande che dovrà attivarsi per il pagamento degli importi. La missiva evidenzia che nel corso degli incontri – sette in tutto da quando si è insediata la nuova amministrazione nel giugno 2024 – l’orientamento è sempre stato quello di arrivare a una composizione bonaria della controversia che riguarda il recupero di canoni di concessione e di spese per utenze. "Tuttavia, nel corso del confronto, non è mai stata avanzata una proposta concreta e non sono mai stati rispettati i termini anche per la trasmissione dei documenti necessari a giungere a una definizione condivisa della vicenda".

In questo contesto problematico ha destato particolare sorpresa, spiegano dal Comune, "la lettura di un articolo apparso su un quotidiano locale nel mese di aprile, in cui l’amministratore della società dichiarava la volontà di chiedere all’amministrazione il prolungamento della concessione per altri quattro anni oltre la scadenza fissata. Una richiesta, quest’ultima, mai evidenziata durante i diversi incontri e che si pone in antitesi con quanto detto verbalmente e formalizzato anche nel carteggio tra Comune e società".

"La grande disponibilità manifestata sin qui dal Comune si è scontrata con la scarsa collaborazione di un operatore che ci è parso avere le idee poco chiare – spiega il direttore generale Lorenzo Minganti –. Noi però non stiamo gestendo soldi e patrimonio nostri, ma dei cittadini modenesi e non possiamo attendere all’infinito il pagamento di quanto dovuto, una cifra ingente con cui si potrebbero asfaltare 10 chilometri di strade. Chi è chiamato ad occuparsi del denaro pubblico deve essere doppiamente scrupoloso ed attento. Per questo, anche se piacerebbe risolvere tutto per le vie amichevoli, dopo l’ennesimo termine scaduto siamo stati costretti ad agire con fermezza e abbiamo sospeso le trattative e intimato il pagamento.

Se questo non avvenisse, siamo pronti a tutelarci anche giudizialmente, senza escludere di individuare un nuovo gestore per lo storico e bellissimo locale che si affaccia su piazza Grande".

I locali dell’ala sud-ovest, al piano terra del palazzo municipale, adibiti fin dal 1600 a botteghe, attività artigianali e commercio di prodotti agricoli sono stati infatti ristrutturati nel 2000 dopo che una delibera del Consiglio Comunale decise di realizzarvi un caffè letterario. Precedentemente nel dopoguerra erano stati la sede della Timo, l’azienda per le comunicazioni telefoniche e sede per esposizioni e mostre.

L’amministrazione si fece carico degli impegnativi lavori di ristrutturazione dei locali per il valore di 2 miliardi di lire dell’epoca.