Casi urgenti non gravi. Ecco i sintomi per cui si trova assistenza

Il Centro assistenza e urgenza dell’Ausl accoglie pazienti con problemi di salute non gravi, offrendo cure per una vasta gamma di sintomi. Il servizio garantisce una valutazione immediata e una stretta collaborazione con i medici di famiglia e i servizi territoriali. Accesso libero e autonomo, senza necessità di chiamare.

Il Centro assistenza e urgenza è una struttura sanitaria dell’Ausl in cui lavorano medici di assistenza primaria e infermieri formati per accogliere e assistere pazienti con problemi di salute urgenti ma non gravi (codici bianchi e verdi). Nello specifico, i sintomi trattati al Cau sono i seguenti: mal di testa / cefalea /emicrania (con dolore lieve-moderato), disturbi della vista, dolore all’occhio, irritazione da lenti a contatto, occhio rosso con secrezioni / congiuntivite, trauma occhio senza disturbi della vista, corpo estraneo nell’orecchio, dolore all’orecchio, riduzione dell’udito / tappo di cerume, mal di denti, problemi post-estrazione dentaria, sangue al naso, torcicollo, tosse / raffreddore / mal di gola, traumi lievi (piede, caviglia, ginocchio, gomito, polso, mano), prurito, arrossamento / tumefazione della cute, punture di insetto, morso di animale, ustioni minori / solari, contrattura muscolare, dolore alle articolazioni, diarrea (senza sangue), disturbi anali, dolore addominale (con dolore lieve-moderato), dolore al fianco (tipo coliche renali), nausea e/o vomito ripetuto, mal di schiena / lombalgia, bruciore / difficoltà a urinare, ostruzione o sostituzione di catetere vescicale, agitazione in stato ansioso già conosciuto, febbre, medicazioni e rimozioni punti, piccole ferite, variazione della glicemia e variazione della pressione arteriosa. "Una volta che il cittadino arriva al Cau, potrà subito recarsi allo sportello all’ingresso, dove è presente un infermiere che gli farà compilare un questionario con le sue informazioni e che servirà al medico per fare una prima valutazione. Intanto, gli infermieri prenderanno i parametri, fino poi ad accompagnarlo insieme dal medico, in modo tale che anche lo stesso infermiere potrà seguirlo durante l’intero iter, dall’accoglienza alla dimissione – spiega Imma Cacciapuoti (nella foto sotto), dirigente professioni sanitarie del distretto di Modena –. Dopo la prestazione, prendiamo contatti con la medicina generale, quindi col medico di famiglia o, altrimenti, con i servizi territoriali se il cittadino è già in carico all’infermieristica di comunità piuttosto che all’assistenza domiciliare o ai disturbi cognitivi. Il Cau fa rete con tutti i servizi proprio perché è in collegamento diretto con i servizi stessi, affinché ci sia sempre un importante continuità assistenziale sul territorio".

Nel dettaglio, "il referto emesso dal medico del Cau alla fine del trattamento, infatti, arriva tramite la rete nella cartella del medico di medicina generale. Il medico di famiglia può quindi vedere se un suo paziente si è recato al Cau. Quando invece il paziente presenta problematiche sociosanitarie o anche per lo più sociali, viene agganciato agli altri servizi del territorio – spiega –. Può succedere che sia lo stesso medico di famiglia a consigliare al paziente di andare al Cau, se ha la sala d’attesa piena e non ritiene opportuno rimandarlo al giorno seguente, o se c’è bisogno di approfondimenti. Massima collaborazione".

Inoltre, "al Centro assistenza urgenza si accede liberamente, senza telefonare, anche perché il criterio di accesso al Cau è quello di essere un paziente autonomo e deambulante: stiamo infatti parlando di patologie non gravi. Il 118, lo ribadisco, si chiama nei casi in cui si sospetta un’emergenza. Nelle ore notturne, quando il Cau è chiuso, risponde il servizio di guardia medica, al numero unico provinciale 800 032 032".