Corteo pro Palestina: "La nostra Resistenza per l’indipendenza"

400 persone partecipano a corteo pro-Palestina a Modena, collegando le radici partigiane italiane alla resistenza palestinese. Deposizione corona di fiori e bandiera palestinese. Interventi degli organizzatori chiedono indipendenza per Palestina e cessate il fuoco. Slogan sulla resistenza armata e paragoni con il 25 aprile. Manifestanti vogliono attualizzare significato della liberazione.

Corteo pro Palestina: "La nostra Resistenza per l’indipendenza"

Corteo pro Palestina: "La nostra Resistenza per l’indipendenza"

Erano circa 400 le persone che, nella mattina di ieri, hanno preso parte al corteo pro-Palestina, partito da piazza Sant’Agostino e approdato pacificamente in piazza Grande verso mezzogiorno. Come hanno spiegato gli organizzatori, l’iniziativa serviva a "connettere le radici partigiane della nostra terra con la resistenza del popolo palestinese". Durante la sfilata, i manifestanti si sono fermati al sacrario di piazza Torre per la deposizione di una corona di fiori e della bandiera palestinese in memoria dei morti di Gaza. A seguire, gli interventi degli organizzatori. "Ho promosso questa manifestazione – illustra Kamel Limaima, membro dell’associazione culturale Nuova Generazione e di Modena per la Palestina – con la collaborazione di tanti colleghi che hanno a cuore le sorti del popolo palestinese. Questa è una data importante per tutti gli italiani. I giovani che vediamo in piazza oggi godono della libertà grazie al sacrificio di tutti quegli uomini che hanno perso la vita per donarci la libertà dai nazisti e dai fascisti". Secondo Limaima, il parallelismo con il popolo palestinese è immediato. "Il nostro augurio – prosegue Limaima – è che i nostri fratelli palestinesi possano ottenere l’indipendenza quanto prima. Oggi è una giornata simbolica per tutti coloro che cercano la libertà e vogliono vivere in democrazia e preghiamo perché questo possa accadere anche a Gaza. Chiediamo subito il cessate il fuoco. Quanta gente deve ancora morire? Mi meraviglio del silenzio di politici e istituzioni. Come mai se succedono atti di guerra dall’altra parte del mondo si parla di terrorismo e assassinio, mentre quando accade verso l’intero popolo palestinese, nessuno dice niente? Chi tace oggi è complice e noi oggi siamo in piazza per dare voce ai palestinesi che non possono parlare". Durante gli interventi dei relatori, è emerso più volte il rimando al tema della resistenza armata. Tra gli slogan recitati in piazza Grande, anche "il 25 aprile non è una ricorrenza, il 7 ottobre non è una coincidenza, ora e ovunque: resistenza". "Quando i nostri partigiani incrociarono le armi – le parole di Sara, una delle relatrici intervenute in piazza Grande – erano consapevoli del fatto che la liberazione si sarebbe ottenuta con le armi in pugno, e non con un dialogo tra oppresso e oppressore. La scelta della resistenza non nasce da una particolare cultura, ma ha origine semplicemente dal fatto che, per diverse ragioni, non possiamo più respirare. È per questo che, oggi, noi giovani palestinesi chiediamo a tutti coloro che comprendono la parola ‘resistenza’ di stare al fianco del nostro popolo". Tra i manifestanti, in tanti hanno scelto il corteo pro-Palestina con l’intento di attualizzare il significato della liberazione. "Oggi – chiarisce Tommaso Mori – siamo scesi in piazza per la festa della liberazione in un corteo alternativo in cui viene vissuto questo momento in maniera contemporanea. Il 25 aprile non può essere soltanto una memoria: deve diventare una pratica quotidiana che non può riguardare solo il popolo italiano, ma tutti".