VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Delitto Calanchi, la difesa in aula: "Il figlio va assolto: persona fragile. La morte fu un tragico incidente"

L’avvocato di Carlo Evangelisti ha sottolineato il contesto di degrado familiare: "Il suo dolore è sincero". Il pm aveva chiesto l’ergastolo mentre secondo il legale il reato va derubricato in omicidio preterintenzionale.

Delitto Calanchi, la difesa in aula: "Il figlio   va assolto: persona fragile. La morte fu un tragico incidente"

Delitto Calanchi, la difesa in aula: "Il figlio va assolto: persona fragile. La morte fu un tragico incidente"

"Un soggetto estremamente fragile, sinceramente addolorato per la tragica morte dell’anziana madre. Non si comprende come lo sventurato esito di un alterco tra madre e figlio, inserito in un contesto di evidente degrado famigliare, acuito dalla biasimevole incuria delle Autorità preposte alla vigilanza e al sostegno di tali situazioni, possa indurre il Pubblico Ministero a ravvisare in Carlo Evangelisti un soggetto meritevole della massima pena: l’ergastolo".

E’ con queste motivazioni che ieri, dopo una lunga arringa l’avvocato Roberto Ghini ha chiesto per il proprio assistito l’assoluzione dal reato di omicidio volontario e che i fatti siano inquadrati in una ipotesi di omicidio colposo o, in estrema ipotesi, preterintenzionale.

Parliamo del 50enne Carlo Evangelisti, accusato dell’omicidio volontario della madre Milena Calanchi, 71 anni, avvenuto tra il 15 e il 16 novembre del 2021 nella loro abitazione di via Manzini. Per l’imputato la scorsa settimana la pubblica accusa, nella persona della dottoressa Lucia De Santis ha chiesto l’ergastolo sottolineando come "il delitto è avvenuto in un contesto di maltrattamenti tra le mura domestiche". Il pm ha ritenuto sussistente il reato di omicidio aggravato dalla minorata difesa, dal rapporto famigliare e dal fatto che l’omicidio sarebbe avvenuto in un contesto di maltrattamenti appunto. Non è così secondo l’avvocato Roberto Ghini che più volte, ieri, in aula ha sottolineato come la tragedia rientra in un contesto di drammatico degrado. "I testimoni hanno dichiarato come la madre gli imponesse di dormire fuori, in garage o in giardino e lo insultasse dandogli del fallito e dell’ubriacone – ha affermato il legale –. Non è mai stato un uomo violento Carlo, al contrario. Era obbligato a lavarsi nella fontana e non poteva lavarsi i vestiti in casa e neppure dormirci".

Il legale ha spiegato poi alla corte come, secondo altri testimoni, amici dell’imputato la donna si vergognasse del figlio.

"La vicina di casa ha detto che era lei a picchiare il figlio; lo aveva visto uscire in giardino con il sangue sulla testa ma lui non ha mai alzato un dito nei suoi confronti. Le urla di Carlo (fatte ascoltare ieri in aula) erano frutto della sua condizione di etilismo. Lei subiva la convivenza con un figlio etilista, lui con una madre che lo offendeva".

In merito alla presunta volontà dell’imputato, dopo l’omicidio, di bruciare il corpo della madre, il legale ha sottolineato: "C’era una grande quantità d’alcol poiché la signora Calanchi, a seguito del Covid, ne usava una grande quantità. Non c’era un accendisigari in prossimità del corpo della vittima ma diversi accendini, sette o otto come dimostrano le foto che abbiamo prodotto. Come potete escludere che lei non lo avesse versato prima quell’alcol? Non si può arrivare ad una ricostruzione certa".

La sentenza è attesa per il 26 giugno.