
Luca Negrini
Non accenna a placarsi il caos intorno al caso aMo. E a soffiare sul fuoco è ancora una volta Luca Negrini, capogruppo in Comune di Fratelli d’Italia. "Sono ancora troppi i punti interrogativi che restano senza risposta Uno su tutti – dice – alla luce della teoria frettolosamente avanzata dalla sinistra sulla ’dipendente infedele’, com’è possibile che la banca presso cui operava – come dichiarato più volte pubblicamente da Reggianini – non abbia mai segnalato alla dirigenza di Amo le operazioni sospette, nonostante i continui bonifici a proprio favore? Parliamo di cifre non dovute, con importi immaginiamo diversi e talvolta e sicuramente, data la cifra totale sottratta, elevati, ripetuti con regolarità, come riferito dagli stessi dirigenti".
"Delle due l’una: o la banca non ha mai riscontrato alcun alert e non ha informato nessuno, oppure ha avvisato la dirigenza, che ha di fatto avallato quelle operazioni – prosegue Negrini – In un periodo storico in cui per un prelievo superiore a 5mila euro, dal proprio conto corrente, si è obbligati a compilare un questionario antiriciclaggio, è difficile credere che il primo scenario, a maggior ragione trattandosi di fondi pubblici, possa reggere".
"Auspichiamo – prosegue Negrini – che anche su questo si faccia piena luce, perché si tratta di un dettaglio tutt’altro che secondario nella ricostruzione dei fatti accaduti. Ci domandiamo, inoltre – dal momento che non abbiamo sentito nulla in merito – se si sia proceduto alla verifica incrociata dei prelievi e delle strisciate effettuate con le carte, e se su queste operazioni risultasse attivo il sistema di notifiche automatiche, ovvero quei messaggi che vengono inviati ai titolari per ogni transazione, acquisto o prelievo. È singolare, a prescindere, che i regolari intestatari di carte e bancomat non ne fossero in possesso e che li abbiano concessi a una dipendente. Qualora confermata, sarebbe una leggerezza gravissima. Come accade a tutti noi, l’utilizzo di carte o bancomat genera una notifica: se tale servizio fosse stato attivo anche nei contratti in questione, costituirebbe un elemento di grande rilevanza".
"Riteniamo inoltre necessario approfondire un altro aspetto: ci sono stati, oltre ai prelievi alle casse automatiche, prelievi effettuati direttamente agli sportelli interni degli istituti bancari, cioè davanti agli operatori? E se sì, chi ha firmato le distinte che accompagnano obbligatoriamente ogni operazione, prelievi compresi? È evidente che vi sia anche un tema di comunicazioni e rapporti tra l’azienda e le banche, che merita un’accurata verifica. Nel silenzio assordante della sinistra targata Pd, trincerata in una difesa che sembra più interessata a proteggere il partito e l’ex segretario che a fare chiarezza nell’interesse dei cittadini, auspichiamo che anche su questo la magistratura faccia pienamente luce".