La pausa arriva propizia, per il Sassuolo. L’auspicio è che le nazionali – del pedaggio che il Sassuolo paga alla pausa leggete a fianco– non si mettano troppo di traverso, ma quello che rileva è che Davide Ballardini, che fin qua ha dovuto pensare più alla squadra da far giocare che non ad allenarla nel quotidiano, abbia tempo e modo per attrezzare il gruppo al mese che decide forse non tutto, ma moltissimo di quel che resta da decidere. Se fin qua qualcosa il campionato ha già suggerito – ovvero che lo scudetto del Sassuolo, quest’anno, si chiama salvezza – tutto, inevitabilmente, si decide infatti dopo la pausa. Il Sassuolo affronta nell’ordine l’Udinese al Mapei Football Center (il pomeriggio di ‘Pasquetta’), poi la Salernitana all’Arechi e, dopo aver ricevuto il Milan (a metà aprile) ospita il Lecce. Milan a parte, si tratta di tre scontri diretti in grado di scrivere, per davvero, quel che resta dei destini del Sassuolo, che ha mandato in archivio la sconfitta di Roma non senza recriminazioni legate all’autopalo di Llorente che poteva cambiare la serata romana dei neroverdi ma ragiona su nuovi equilibri che Ballardini sembra già aver garantito ad una squadra che ha capito in che mare nuota, e sa che per non affogare serviranno bracciate vigorose e soprattutto quell’attenzione che, se con Ballardini ha limitato la fase offensiva – un gol in tre gare, ma segnare senza Berardi per il Sassuolo è difficile a prescindere dalla guida tecnica – ha tuttavia stretto i bulloni di quella difensiva, indispensabile ad affrontare la stagione cui il Sassuolo 2023/24 si è consegnato.
Due gol subiti in 270’ sono infatti una sorta di unicum per la disastrata fase difensiva neroverde ed è proprio qui, a volerla vedere, la prima correzione di rotta che ha impresso il tecnico ravennate ai suoi. Per dare un’idea, infatti, se il Sassuolo di Dionisi e quello di Ballardini contro Frosinone, Verona e Roma hanno fatto tre punti ognuno, i numeri dei gol subiti e segnati raccontano tutt’altro. Il Sassuolo di Dionisi segnò infatti 6 gol in tre gare, subendone però 7, quello di Ballardini ne ha segnato uno subendone due. Differenza reti uguale, punti pure, ma attenzioni diverse: serviranno soprattutto quelle alla ripresa, se il Sassuolo conta davvero di risalire una china che resta pericolsamente inclinata ma ancora risalibile, complice proprio il calendario. A patto, ovvio, di non perdere gli scontri diretti: e a non perdere, come noto, si comincia con il non subire gol.
Stefano Fogliani