Il segretario Solomita: "Non riduciamo tutto a una disputa tra nomi"

"I passi indietro, la sintesi, sono il cuore della politica"

Il segretario Solomita: "Non riduciamo tutto a una disputa tra nomi"

Il segretario Solomita: "Non riduciamo tutto a una disputa tra nomi"

Suona la campanella avvertendo che la ricreazione è finita il segretario provinciale del Pd Roberto Solomita.

Dopo l’incontro con gli otto candidati di domenica avete dato qualche giorno per provare a trovare le firme, altrimenti si va sul candidato esterno. Ma quante firme devono raccogliere i candidati?

"Le firme si raccolgono per ratificare il consenso intorno a una proposta politica, non il contrario. Quindi, al di là del numero presunto delle firme, occorrerà valutare con molta responsabilità e attenzione la tenuta effettiva della coalizione e il fatto che le candidature possano essere considerate tra loro complementari e non troppo sovrapponibili. Lo ha fatto capire nella sua intervista anche Francesca Maletti, forte di una esperienza politica e una visibilità obiettivamente diversa da quella degli altri potenziali candidati: riducendo tutto alle sole firme in assemblea si rischia di ridurre la contesa a una disputa nominalistica poco rappresentativa della città".

Come segretari non potevate intervenire per evitare di arrivare a questo stallo?

"I percorsi democratici hanno tempi più lunghi di quelli dei partiti personali dove decide tutto il Capo. Se io e Federica Venturelli abbiamo taciuto non è stato certo per insipienza, ma perché abbiamo lavorato pazientemente per svolgere fino in fondo il percorso su cui avevamo ricevuto mandato dai nostri organismi dirigenti. Ma c’è un tempo per riflettere e ascoltare e un tempo per decidere. Quel tempo è arrivato: adesso dobbiamo tirare una riga e presentarci la prossima settimana in assemblea con una proposta compiuta e condivisa".

C’è qualcosa che cambiereste come segretari se si potesse tornare indietro nel percorso?

"Premesso che con il senno di poi siamo tutti bravi, forse sarebbe stato meglio partire con una rosa di nomi formalmente definita per misurare oggettivamente i consensi dei singoli candidati nei vari circoli".

Il fatto che si siano presentati in otto è un segno di vivacità democratica o un limite?

"Il numero in sé non è indicativo, credo che il vero problema sia la mancanza di una una reale distinguibilità tra i candidati. Io non vedo negativamente le primarie a prescindere, e infatti a Carpi le facciamo. Ma devono essere tra due interpreti che hanno visioni di città diverse e riconoscibili, altrimenti è meglio trovare la sintesi".

E la sintesi non è arrivata.

Il passo indietro, la volontà e la capacità di stringere accordi, non sono nobili gesti morali, ma proprietà fondamentali della politica".

Si è parlato di Massimo Mezzetti come soluzione esterna.

"Non corriamo. Ci sono ancora le ultime verifiche da fare per vedere se sono praticabili le primarie. Nel caso così non fosse, sarà il partito della città e le voci autorevoli al suo interno, a partire da quella del sindaco Muzzarelli, a individuare la soluzione più efficace e condivisa".

Diceva delle primarie a Carpi tra Riccardo Righi e Giovanni Taurasi.

"Ecco, è la certificazione che come segreteria provinciale non poniamo nessun problema sulle primarie, a patto appunto che permettano di scegliere due visioni compatibili, ma complementari e distinte di città".

Gianpaolo Annese