Italpizza: "Campo sulla frontiera per cucinare centomila piatti"

L’azienda porterà i suoi prodotti surgelati a Przemysl, in Polonia "Una grande sfida"

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Centomila pizze per i profughi, che saranno cotte direttamente da una ventina di volontari. E’ questo il dono che Italpizza ha deciso di far arrivare al popolo ucraino. Ieri mattina, infatti, dallo stabilimento Italpizza è partito il convoglio umanitario che porterà un gruppo di volontari a stabilirsi presso il centro di prima accoglienza polacco a Przemysl, a soli 15 chilometri dalla frontiera ucraina e sulla strada per Leopoli. Dopo la raccolta fondi a cui hanno aderito gli oltre 1000 addetti del gruppo e per la quale Italpizza ha raddoppiato il valore, l’azienda si è proposta infatti come capofila della missione umanitaria al confine con l’Ucraina per cuocere e offrire gratuitamente pasti pronti ai profughi ucraini, nel tentativo di alleviare per quanto possibile le sofferenze di un popolo stremato dalla guerra. Da qui l’accordo di Italpizza con l’ambasciata d’Ucraina in Italia che, dopo aver analizzato il contesto ha appunto indicato il centro di prima accoglienza di Przemysl come luogo dove stabilire per alcune settimane il campo base e l’area di ristoro. Subito è partita la catena di solidarietà ed è stato organizzato il trasporto di quindici forni e di persone – una ventina di volontari appunto – che si occuperanno di riscaldare le pizze per poi servirle. "Nasce tutto dal fatto che con la pandemia abbiamo distribuito in Italia oltre 300mila pizze, uno sforzo organizzativo non indifferente e questo ci ha permesso di vivere un’esperienza ed entrare in rapporti e relazioni col mondo del bisogno – afferma Antonio Montanini, responsabile relazioni esterne di Italpizza – Abbiamo ritenuto che un’azienda debba avere anche una responsabilità nei confronti del territorio in cui vive. Nel momento in cui c’è stata l’emergenza per l’Ucraina ci siamo messi in gioco ma non era possibile inviare le pizze poiché nessuno le avrebbe scaldate – ha sottolineato – La sfida era andare a riscaldarle noi e questo ha comportato un’organizzazione non indifferente. Abbiamo sperimentato la collaborazione con il mondo del privato e quello del terzo settore, del volontariato". A contribuire a realizzare il progetto Anpas Emilia Romagna - Coordinamento protezione civile che si è occupata della progettazione del campo e dell’assistenza organizzativa, l’Avpa Croce Blu di Modena che ha fornito un mezzo e i volontari, dell’Avap Croce Verde di Pavullo che ha messo a disposizione una speciale ambulanza fuoristrada con equipaggio.

Valentina Reggiani