La madre di Alice Neri: "L’amico non doveva lasciarla sola. Anche lui deve pagare"

Duro atto di accusa di Patrizia Montorsi in tv: "Non si può abbandonare una ragazza di notte"

"Come si fa a lasciare lì, nel buio di un parcheggio, una ragazza con cui si è stati insieme sei ore? Ai miei occhi questa sua piccolezza ha fatto ammazzare mia figlia. Se lui si fosse comportato come fanno tutti gli altri uomini, ’l’uomo nero’ non le sarebbe corso dietro in bicicletta. Ora Marco si nasconde, ma io glielo vorrei dire in faccia".

Patrizia Montorsi, mamma di Alice Neri, con la figlia
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E’ stato un duro atto di accusa nei confronti dell’amico di Alice Marco Cuccui – il ragazzo con cui la 32enne si è intrattenuta al bar la sera prima di morire – quello che ieri Patrizia Montorsi, madre della vittima, ha affidato alle telecamere della trasmissione ’Pomeriggio Cinque’. La donna, visibilmente segnata dal dolore, ha parlato a lungo dialogando con la conduttrice Barbara D’Urso. "Alice e Marco – ha detto Patrizia – sono stati lì, hanno bevuto ma non hanno mai avuto comportamenti strani, mai un litigio. Marco non si è risentito di nulla. Credo che sia solo un omino piccolo. E comunque, se anche avesse avuto motivi di risentimento, non si lascia una ragazza sola in una situazione come quella. Stando lì, avrebbe fatto da deterrente. E invece mentre lui guardava a destra mia figlia veniva ammazzata. Per la legge – ha aggiunto lapidaria – magari l’assassino sarà questo tunisino. Ma per me c’è anche un altro che dovrebbe pagare".

La madre ha anche ricostruito come sarebbero andate, secondo lei, le cose. "Se è stato questo tunisino, penso l’abbia violentata e ammazzata. Di certo mia figlia non gli ha dato un passaggio a quell’ora. E poi perché avrebbe girato con l’auto per più di un’ora? Per fare cosa?".

Patrizia ha anche aggiunto un ulteriore dettaglio sulle ultime 24 ore di Alice. "Dopo essere uscita dal lavoro e prima di tornare a casa, Alice ha incontrato l’altro Mohamed, quello che lavorava con lei nella ex azienda. Questo Mohamed è un ex collega, un verniciatore, non c’entra niente col tunisino arrestato. Alice gli avrà fatto vedere la ditta". Poi si torna alla notte dell’orrore. "Alice secondo me è stata aggredita subito, nel parcheggio. Forse guardava il cellulare, oppure si stava preparando una sigaretta con il tabacco – dice Patrizia –. Quando Marco è andato via chi l’ha uccisa le è arrivato addosso subito. Alice aveva il finestrino aperto. E poi dal momento in cui la macchina si sposta, Alice non sta più guidando".

Rispetto all’indirizzo di Mohamed digitato sul telefono di Alice, Patrizia esprime forti dubbi. "Lui aveva detto che sarebbe dovuto andare dal cugino perché a casa non aveva elettricità. Sono tutte cose fatte da lui, studiate apposta".