LUCA BONACINI
Cronaca

Pettirosso da record. Liberate cinque civette. E a Ferragosto altre 60

Un’attività infaticabile quella dei volontari del Centro Fauna Selvatica. Con settemila interventi all’anno salvano gli animali anche dai bracconieri. .

Un’attività infaticabile quella dei volontari del Centro Fauna Selvatica. Con settemila interventi all’anno salvano gli animali anche dai bracconieri. .

Un’attività infaticabile quella dei volontari del Centro Fauna Selvatica. Con settemila interventi all’anno salvano gli animali anche dai bracconieri. .

Ancora in azione i volontari del Centro Fauna Selvatica il Pettirosso che hanno liberato altre 5 civette, dopo che qualche mese fa, erano state trovate ferite. Un’attività infaticabile che qualifica un centro di riferimento nazionale, spesso portato a esempio, basato sull’esperienza e sulla passione di Piero Milani e del suo staff, che tutti i giorni, 24 ore su 24, si prodiga per salvare animali selvatici di ogni tipo, con oltre 7.000 interventi ogni anno. Un lavoro febbrile che non ha domeniche e non ha ferie: "Quest’anno a marzo abbiamo ridato la libertà a diversi caprioli e a tanti volatili di specie diverse, il 25 aprile è stata la volta di circa 200 uccelli e successivamente di 40 civette e una cinquantina fra rapaci e assioli, a Ferragosto ne libereremo un’altra sessantina, per arrivare a settembre, e ai pipistrelli".

Il centro, che si trova in Stradello del Pettirosso 1, a Modena, rappresenta una vera oasi verde dove gli animali sono al sicuro dai predatori e dall’uomo: "Per noi è importante fare eventi di questo tipo, per far capire che la fauna selvatica esiste ed è utile all’ecosistema, non vi sono solo cani, gatti e animali d’affezione. Gli animali e i volatili selvatici, sono affascinanti e preziosi, sono dello Stato, ma patrimonio di tutti e ci dispiace che in questi ultimi anni siano stati oggetto di un attacco, da parte di associazioni di categoria e politici, anche perché la scienza dice l’esatto contrario, ma questo ha fatto si che si abbassasse il grado di protezione del lupo. I cuccioli di lupo non arrivano all’autunno e all’inverno e se ci arrivano, soccombono con le basse temperature, poi ci sono i bracconieri e gli incidenti stradali". L’intento del Pettirosso, nato 25 anni fa è di accogliere gli animali feriti, ma anche di contrastare l’Antibracconaggio e la lotta al traffico degli animali in Italia e all’estero, a stretto contatto con le forze dell’ordine: "i video che mostrano orme di lupo lasciano credere che siano numerosi, ma non è cosi, Modena ha un numero di esemplari inferiore a Reggio Emilia e a Parma. In pianura è l’unico vero selettore che caccia le nutrie". Sono migliaia le chiamate che arrivano di giorno e di notte: "Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto circa 500 ingressi di animali (leprotti, volatili e ricci), oggetto di aggressioni non da parte del lupo, ma di cani e gatti, la colpa è sempre del proprietario che non sa gestirli". Il Pettirosso si sostiene grazie a offerte di privati sempre più esigue, al 5x1000 e a una convenzione con la Regione che da un supporto economico, ma non per tutti gli animali, servirebbe un aiuto maggiore da parte della Comunità.

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