Si erano conosciuti per caso su Facebook. Lui, però, non aveva fatto passare troppo tempo da quelle conversazioni virtuali tanto che, solo il giorno successivo, si era ‘fiondato’ a casa della donna sostenendo di avere qualche problema in famiglia e di essersi invaghito di lei. Neppure qualche giorno dopo la convivenza era diventata drammatica: erano iniziate le botte, le minacce, le persecuzioni. E’ stato condannato ieri a due anni e dieci mesi di carcere con l’accusa di maltrattamenti un 38enne di Spilamberto. La pubblica accusa aveva chiesto tre anni e quattro. L’uomo era finito in manette dopo l’ennesima aggressione e, dopo aver scontato un periodo in carcere ed uno ai domiciliari, con il braccialetto elettronico ora è sottoposto a divieto di avvicinamento. La convivenza tra i due era durata da dicembre ad agosto del 2021, quando l’imputato era finito in manette appunto a seguito della denuncia della vittima, una 40enne di Spilamberto che, temendo per la propria incolumità, si era rivolta ai carabinieri.
Pare che le prime liti fossero iniziate per motivi economici: l’uomo non lavorava e abusava di alcol. A seguito delle discussioni erano iniziate le violenze nei confronti della vittima che, in almeno due occasioni, era stata percossa e minacciata di morte con tanto di mani strette attorno alla gola. "Ti brucio, ti ammazzo" – le aveva ‘promesso’ l’imputato che, nel corso di un episodio aveva anche minacciato il fratello della vittima. I familiari erano intervenuti in soccorso della 40enne ma l’imputato non ne voleva sapere di andarsene di casa. Ad agosto, dopo aver sporto denuncia, la 40enne si era quindi rifugiata a casa dei parenti, dove è rimasta fino all’arresto del 38enne. Ieri, alla fine, per l’uomo è arrivata la condanna nel processo con rito abbreviato a due anni e dieci mesi di carcere. Nei confronti dell’imputato è caduta l’accusa di stalking.
Valentina Reggiani