L’Hellas Verona si difende:: "Nessuna perquisizione"

Sospettato il patron carpigiano: "Ma l’indagine riguarda una società terza"

L’Hellas Verona si difende:: "Nessuna perquisizione"

L’Hellas Verona si difende:: "Nessuna perquisizione"

La maxi indagine della Procura di Reggio Emilia scuote anche i vertici del calcio: tra i 26 indagati c’è anche il carpigiano Maurizio Setti, patron del Verona Calcio, squadra di serie A. Ieri all’alba era scattato il blitz delle Fiamme gialle ed erano circolate voci di acquisizioni e sequestri di documenti contabili proprio nella sede dell’Hellas Verona. "La Guardia di Finanza sta effettuando un’indagine su una società terza e non sull’Hellas Verona – chiariscono subito dalla Hellas Verona –. Non è stata effettuata alcuna perquisizione, né nella sede né altrove". Il club smentisce le notizie circolate sull’indagine della Guardia di Finanza e della Polizia su sponsorizzazioni ottenute mediante fatture false emesse da una società ‘cartiera’. L’inchiesta, diretta dalla Procura di Reggio, vede 26 persone indagate a vario titolo, di cui 22 interessati anche da perquisizioni e sequestri in regioni del nord e centro (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Toscana), per la presunta maxi frode fiscale da oltre 10 milioni di euro. L’Hellas Verona al proposito ha specificato immediatamente che "il club ha spontaneamente messo a disposizione le proprie risultanze contabili relative ai rapporti con detta società, che consistono nella ricezione di sole tre fatture relative al periodo di imposta di quattro anni fa e comunque di modesto importo. La contestazione, si specifica ulteriormente in corso di verifica, potrebbe equivalere a circa 50.000 euro. In ogni caso – proseguono dalla società –, si smentisce in maniera categorica che l’oggetto dei documenti fiscali richiesti attenga a contratti di sponsorizzazione, argomento di cui nessuno ha mai parlato". In realtà, sono oltre 300mila euro i fondi contestati al Verona (e non 50mila), relativiti all’anno 2019.

L’ipotesi investigativa che ha fatto scattare la perquisizione della Finanza nella sede sarebbe proprio lo sponsor con fatture false per 260mila euro (più Iva) nel bilancio 2019.