GUIDO ZACCARELLI
Cronaca

Mario Gandini morto mentre affrontava una salita in bici

Cordoglio a Mirandola per la scomparsa del cicloamatore conosciuto in città. E’ deceduto al lago di Garda

Mario Gandini

Mirandola (Modena), 8 giugno 2020 - "Prendi la bicicletta e vai". Questo era Mario Gandini, 65 anni e così ha fatto anche sabato di buon mattino, quando ha salutato la famiglia per raggiungere il paese di San Zeno ai piedi del Monte Baldo. Da lì non è più tornato. "Pedalare all’aria aperta immerso nell’armonia della natura, da vivere costantemente nella pienezza del tempo, è questo che nostro padre cercava – affermano addolorati Alessandro e Marco, anche loro con la passione del ciclismo - ogni qualvolta desiderava lasciare per qualche momento il nostro territorio alla ricerca di itinerari da vincere per vivere con gioia il ciclismo alla stato puro".

"Nostro padre – afferma Alessandro – amava il lago di Garda e spesso andavamo insieme alla ricerca di itinerari per condividere la passione e verificare il nostro reciproco stato di allenamento". Sabato mattina, lasciata l’auto a Pacengo, inizia a pedalare in solitudine verso San Zeno. La giornata è luminosa, di quelle che invitano a cimentarsi con la salita, con il giusto ritmo e senza affanno. Un momento è fatale. Il cuore all’improvviso smette di battere e Mario si accascia a terra sul lato destro della strada, ancora con le mani appoggiate sulle leve dei freni e le scarpe agganciate ai pedali - diranno dopo – chi ha avuto modo di soccorrere lo sfortunato ciclista. Un istante del tempo che ha lasciato attonito alcuni corridori che stavano percorrendo lo stesso percorso, allertando prontamente le autorità sanitarie e prodigandosi per cercare di rianimare un loro compagno di avventura.

"Purtroppo per nostro padre non c’era più nulla da fare". Un arresto cardiaco l’ha portato via all’improvviso lasciando sgomenti la famiglia e tutti gli amici che per anni hanno potuto apprezzare la sua spontanea e sorridente disponibilità nel gruppo dei Cicloamatori di Mirandola. Alcuni lo ricordano: "Meticoloso, attento ai dettagli, aspirava alla perfezione della sua bicicletta al pari un bene prezioso. La sua bicicletta non invecchiava mai". Ricorda il vice presidente storico Eugenio Vincenzi: "Il ciclismo era un simbolo e come tale rappresentava l’essenza e la purezza del suo stile e dell’essere amico in mezzo agli altri. Rigore e metodo gli appartenevano. Se prometteva di piovere, non usciva". "Ricordo di Mario – dice invece l’attuale presidente Paolo Tralli – il senso di appartenenza alla vita di gruppo. Era sempre presente agli appuntamenti ciclistici e alle serate in compagnia. Un amatore professionista - prosegue Tralli – sempre con la battuta pronta". Le esequie si svolgeranno mercoledì mattina partendo da Bardolino per dirigersi al Duomo di Mirandola.