Minacce e botte ai genitori: "Datemi soldi per la droga"

Sono stati loro, esasperati, ad aver sporto denuncia sperando si disintossicasse. L’avvocato del 37enne: "Per questo tipo di reati manca la giustizia riparativa".

Minacce e botte ai genitori: "Datemi soldi per la droga"

Minacce e botte ai genitori: "Datemi soldi per la droga"

Minacce ma anche aggressioni verbali e fisiche quasi quotidiane, che hanno fatto piombare una famiglia nel terrore.

Per questo motivo, seppur col dolore nel cuore una mamma ha deciso di denunciare il proprio figlio, con problemi di tossicodipendenza.

Una decisione maturata nei mesi e volta non solo a tutelare se stessa ma anche e soprattutto a far si che il figlio potesse essere preso in carico e allontanato dalle droghe. Ieri mattina è stato incardinato il processo con rito abbreviato nei confronti di un 37enne accusato di maltrattamenti nei confronti dei genitori. Secondo quanto denunciato dagli anziani l’uomo lo scorso anno e per messi avrebbe minacciato ma anche aggredito verbalmente e percosso i genitori con lo scopo di ottenere denaro per acquistare la droga.

Le liti, violente, si sarebbero verificate più volte tanto da spingere i genitori appunto a presentare denuncia alle forze dell’ordine che hanno immediatamente allontanato l’imputato dalla casa familiare.

L’uomo ora sarà giudicato per il grave reato così come un 32enne rinviato a giudizio nei giorni scorsi sempre per maltrattamenti ai danni dei genitori. Alla base, anche in questo caso, la dipendenza da sostanze stupefacenti.

Entrambi gli imputati sono difesi dall’avvocato Giulia Giusti, che sottolinea però una rilevante criticità nel sistema giustizia. "Mentre nel caso della violenza di genere esiste la possibilità per gli imputati di frequentare percorsi, la cosiddetta giustizia riparativa, non è così per chi è accusato di maltrattamenti nei confronti dei genitori. Infatti un uomo che finisce a processo per maltrattamenti nei confronti della compagna può prendere parte ad un percorso di recupero al termine del quale può ottenere la sospensione condizionale della pena – sottolinea l’avvocato –. Tutti i centri Ausl prevedono percorsi gratuiti per l’uomo maltrattante ma solo se il reato avviene in una relazione di coppia. I miei assistiti – spiega Giusti – sono in gratuito patrocinio, non possono seguire un percorso privato.

La mancata presa in carico di questi imputati rappresenta un limite sia per l’imputato che per la società dal momento che per questo tipo di situazioni, molto comuni, non è previsto un percorso di riabilitazione.

Sono tanti, purtroppo – conclude Giusti – i casi di figli con problemi di tossicodipendenza accusati di maltrattamenti nei confronti dei genitori ma per loro la giustizia riparativa non è prevista".