
Cristiano Califano, a sinistra, e Peppe Servillo, a destra, stasera a Bomporto
Tra musica e recitazione, uno strepitoso Peppe Servillo sarà stasera alle 21 sul palco del cinema teatro comunale di Bomporto, con ‘Il resto della settimana’, nell’ambito della stagione artistica curata da Ater Fondazione in collaborazione con l’amministrazione comunale. Servillo incanterà il pubblico con la lettura di ‘La presa di Torino’, un racconto di Maurizio de Giovanni tratto dal libro ‘Il resto della settimana’, accompagnato alla chitarra da Cristiano Califano, per l’esecuzione di alcune canzoni… sportive.
Servillo, qual è il filo conduttore dello spettacolo?"Seguendo la magnifica novella di Maurizio de Giovanni, quello che portiamo in scena è una sorta di ‘film in versi’, un esilarante viaggio, una trasferta da sogno da Napoli a Torino, verso un’insperata vittoria del Napoli (che culminerà con la conquista del suo primo scudetto) contro la Juventus, che nel novembre del 1986 fanno quattro amici tifosi ‘malati’ di tifo calcistico, per vedere ‘La’ partita. Il racconto di una giornata e mezzo di quattro giovani diversi, un’umanità divertente e dolente, accomunata solo dalla passione per il calcio".
Lei tifa Napoli?"Da quando sono bambino. Poi ho avuto un momento di allontanamento, ero alla ricerca del mio posto nel mondo, ma ho poi recuperato, non solo il mio essere tifoso ma anche i ricordi e gli affetti legati al mondo del calcio. È l’aspetto sportivo del calcio che mi piace, quale metafora della vita, in cui si mescolano divertimento, gioia, delusione, noia, ci si accende, si è squadra ma l’individualità resta creativa. È una guerra senza armi, una messa in scena anche tragica in senso nobile".
Parole e musica dunque?"Accompagnato da Cristiano Califano alla chitarra, eseguo una serie di canzoni tratte dall’album ‘Fùtbol’, che ho composto con il sassofonista Javier Girotto e il pianista Natalio Mangalavite, ispirandomi al libro ‘Fútbol - Storie di Calcio’ di Osvaldo Soriano. Brani che affrontano temi e personaggi del gioco più amato del mondo, attraverso vari generi musicali. E poi leggo pezzi del libro, in una sorta di ‘lettura partecipata’, stando un passo dietro l’autore, facendo emergere i personaggi, con l’italiano e il napoletano, quale vera fotografia di un mondo popolare con tante sfaccettature. Mentre racconto la partita, si alternano gli umori, le vicende e in questo, come detto, confronto senza armi, si svela tutta l’umanità dei giocatori, del pubblico e dei quattro amici tifosi. Uno spaccato del calcio a 360 gradi ma anche uno spaccato della vita".