MARCO PEDERZOLI
Cronaca

Raccolta differenziata a ostacoli: "Trasformare i servizi è complesso. Normale introdurre dei correttivi"

Giovanni Gargano, sindaco di Castelfranco (che non ha il porta a porta ma i cassonetti con la carta Smeraldo) e rappresentante del territorio modenese nel consiglio di Atersir: "Non esiste la perfezione, serve pazienza".

Raccolta differenziata a ostacoli: "Trasformare i servizi è complesso. Normale introdurre dei correttivi"
Raccolta differenziata a ostacoli: "Trasformare i servizi è complesso. Normale introdurre dei correttivi"

Cosa c’è nel futuro della raccolta dei rifiuti in ambito provinciale e perché molti comuni hanno dovuto convertirsi (o essere convertiti) al sistema ’porta a porta’. Giovanni Gargano, rappresentante del territorio modenese in consiglio d’ambito all’interno di Atersir, l’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti

Gargano, il porta a porta è il migliore dei sistemi possibili?

"L’Emilia-Romagna, già dal 2015, si è dotata di una legge per realizzare questo modello, attraverso diverse azioni, tra cui lo sviluppo dei servizi di raccolta e l’introduzione del principio ’chi più inquina, paga’. Quindi, quello che si sta facendo è modificare i servizi per migliorare la raccolta differenziata e tracciare i conferimenti. Per fare questo, tra gli strumenti a disposizione c’è il porta a porta, che è un modello di raccolta molto efficace, ma non il solo".

Continuiamo a stare sul porta a porta: quali sono gli obiettivi previsti sulla provincia di Modena? Cosa cambierà nei comuni dove il sistema risulta inapplicabile?

"L’obiettivo medio su cui sono stati progettati i nuovi servizi mira a raggiungere complessivamente il 77.7% di raccolta differenziata, considerando che gli obiettivi tra capoluogo, montagna e pianura sono differenti. Già adesso questi obiettivi, nei comuni in cui si è attuata la trasformazione dei servizi, sono stati raggiunti o superati. Nella zona montana la raccolta domiciliare sarebbe troppo onerosa, quindi il servizio sarà prevalentemente coi cassonetti stradali e il porta a porta è previsto solo per alcune frazioni".

E’ cambiato qualcosa tra il porta a porta della prima ora e quello di oggi? E secondo lei dove si dovrebbe cambiare?

"La cosa principale che è cambiata nel servizio raccolta rifiuti è la finalità, cioè tracciare i rifiuti con l’obiettivo di arrivare ad applicare il principio "chi più inquina, paga". Certamente, nei comuni il servizio è cambiato rispetto al passato e trasformare servizi che toccano la totalità dei cittadini è complesso: sempre si incontrano delle difficoltà e occorre introdurre dei correttivi in corso d’opera. Serve tempo ed è necessario lavorare con il gestore per monitorare l’andamento dei servizi".

Il porta a porta, secondo lei, incentiva o disincentiva gli abbandoni di rifiuti?

"Certo, nella prima fase di avvio dei servizi l’abbandono può capitare, quindi è necessaria una continua azione di prevenzione, informazione e puntualità nell’erogazione del servizio. Ma non vorrei che passasse il messaggio per cui "se ci sono degli abbandoni è colpa del servizio", perché è un messaggio che legittima comportamenti che sono scorretti da un punto di vista civico e ambientale. E gli abbandoni avvengono sia dove si applica la raccolta domiciliare sia col sistema di raccolta stradale".

Quanto pesano oggi Modena e la sua provincia per decidere le politiche di gestione dei rifiuti? C’è qualcosa che cambierebbe all’interno della cabina di regia?

"La pianificazione del servizio messo a gara è stata frutto di un lungo percorso di condivisione a cui hanno partecipato i comuni, proponendo servizi e avanzando molte richieste. Col supporto di Atersir, il dialogo coi Comuni anche ora che la gara è stata affidata è sempre aperto e attivo".

Perché lei a Castelfranco Emilia, il comune in cui è sindaco, non ha adottato il porta a porta?

"Non è propriamente corretto dire così. Abbiamo infatti scelto un sistema misto. Castelfranco è stato comune pilota in questa scelta per tutta la regione. Già dal 2017, infatti, abbiamo adottato il sistema di raccolta coi cassonetti che si aprono con la tessera nei centri abitati e il porta a porta integrale nel forese e in alcune zone artigianali. Ovviamente non esiste il sistema perfetto, ma credo che ogni sistema debba essere calibrato su uno specifico territorio. Grazie alla nostra scelta, secondo dati Legambiente abbiamo già raggiunto una quota di differenziata che sfiora il 90%. E anche la città di Bologna, recentemente, ha adottato il "sistema Castelfranco".