
Riciclaggio ed economia illegale in crescita anche in Emilia-Romagna: a lanciare l’allarme è la Cgil, nella persona di Franco Zavatti, esponente del sindacato a Modena e del coordinamento regionale legalità Cgil. L’analisi di Zavatti parte dal report della Banca d’Italia coi dati del primo semestre 2023 sulle segnalazioni di operazioni sospette.
"Se l’incremento nazionale delle recenti segnalazioni semestrali è stato del 4,7%, in Emilia Romagna si sale a +7%, 5° posto nazionale, fra le peggiori regioni dopo Campania, Lombardia, Lazio e Veneto" considera.
La crescita, evidenzia comunque il sindacato, non è uniforme in tutta la regione: a Ferrara, Forlì, Piacenza e Ravenna si registra "un leggero calo di segnalazioni", mentre a Rimini il loro numero è costante. Parma sale "con +10% – riferisce Zavatti – Bologna 11%, Reggio Emilia +13% e la nostra Modena è prima sul podio nero, con +17%".
Dalla provincia modenese "sono state segnalate ben 153 operazioni di riciclaggio ogni mese – continua – che è più di cinque al giorno. E siamo elencati tra le prime e peggiori 17 provincie italiane". E le amare sorprese non finiscono qui. La provincia di Modena, infatti, "oltre al lavoro illegale e malavitoso per riciclare il denaro sporco, è tra le provincie peggiori nel cosidetto Money Transfer, cioè nel traffico finanziario illecito coi paesi paradisi fiscali, che anche qui coinvolge nostre imprese, loro consulenti purtroppo disponibili e prestanome di comodo".
Un quadro a dir poco "preoccupante – prosegue l’esponente Cgil – che si affianca alle pesanti realtà del lavoro nero o irregolare e delle evasioni o truffe fiscali, purtroppo per niente ostacolato dalle recenti e negative misure del Governo".
Questi dati, sempre secondo il sindacato, "mostrano una realtà diffusa e quotidiana di una nostra imprenditoria regolare, sempre più danneggiata da chi invece pratica economia illegale, colpendo perciò la leale concorrenza".