
Giulia Casamassima
Modena ,19 gennaio 2025 – Lavoratori sul piede di guerra e sistema sanitario ancora nell’occhio del ciclone: è saltato martedì l’accordo per il rinnovo del contratto della Sanità pubblica 2022-2024 che non è sottoscritto da Cgil, Uil e Nursing Up. A scatenare le proteste dei sindacati sono stati gli aumenti salariali, giudicati insufficienti rispetto all’inflazione degli ultimi anni per una manovra che, soltanto a Modena avrebbe coinvolto circa 7.000 lavoratori tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico.
"La trattativa – spiega Giulia Casamassima, responsabile sanità di Fp Cgil Modena – era iniziata per ottenere un aumento salariale significativo a fronte di un triennio caratterizzato da picchi d’inflazione che sono arrivati al 17,3%. Accettare un rinnovo che consenta di recuperare soltanto il 6% significava garantire incrementi di appena 50, 60 euro lordi al mese: una cifra assolutamente insufficiente a rafforzare il potere d’acquisto di professionisti che da anni denunciano stipendi inadeguati rispetto al carico di lavoro e alle responsabilità che devono sostenere. Come se non bastasse, con queste condizioni, sempre più famiglie composte da sanitari dichiarano di fare fatica ad arrivare a fine mese".
Secondo la sindacalista, il mancato adeguamento salariale aggrava le condizioni di una categoria già duramente provata dal sovraccarico di lavoro. "Parliamo di professionisti sotto stress – sottolinea Casamassima – che spesso accumulano ferie senza poterne usufruire. La media che riscontriamo è di 35 giorni di ferie non godute per ogni lavoratore, ma ci sono casi in cui si arriva addirittura a 80-90 giorni. Si tratta di persone che ogni giorno si occupano della salute dei cittadini, facendo fronte a grandi responsabilità mentre percepiscono stipendi assolutamente inaccettabili. Per loro, pare non si sia in grado di fornire risposte adeguate né sul fronte delle assunzioni, né su quello dei salari".
Se non si troverà una soluzione condivisa, secondo i sindacati, si rischia di assistere a un complessivo peggioramento della situazione della sanità pubblica, soprattutto nelle città dove il costo della vita è più elevato, come Modena. "Se da un lato – spiega la sindacalista – a causa degli stipendi risicati, i bandi universitari vanno deserti, dall’altro abbiamo rilevato centinaia di dimissioni, anche tra i sanitari più esperti. Molti di loro hanno scelto di spostarsi verso il settore privato, che punta a reclutare i professionisti migliori pagandoli decisamente più del pubblico".
L’organizzazione sindacale sottolinea come la mancanza di tutele esponga i lavoratori a rischi ed eventuali aggressioni. "Non garantire una tutela economica adeguata ai lavoratori – chiarisce la responsabile – significa esporli anche a rischi. Pensiamo al personale che lavora al CUP e agli URP, che per uno stipendio di circa 1.500 euro al mese affronta quotidianamente un alto rischio di aggressioni fisiche e verbali. Quando i cittadini non ricevono risposte in tempi adeguati, spesso scaricano la loro frustrazione proprio su chi si trova allo sportello. È fondamentale dimostrare, attraverso il rinnovo del contratto nazionale, che questo Paese si prende cura di chi si occupa degli altri".
Secondo la Cgil, è necessario riaprire il prima possibile la trattativa per alzare gli stipendi e incrementare il numero di lavoratori. "La mancata chiusura della trattativa – conclude Casamassima – ha permesso di non svalorizzare il personale sanitario e di continuare la vertenza, aprendo una nuova fase che preveda il coinvolgimento delle Regioni al fine di dare una risposta seria ai lavoratori della sanità".