GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Sfida nel Pd, Forghieri: "Il sindaco va pungolato. Non ha sempre ragione"

Entra nel vivo la corsa alla segreteria cittadina: "Coinvolgerò di più gli iscritti. Emergenza casa, la rigenerazione non basta: servono nuove costruzioni"

Marco Forghieri

Marco Forghieri

Modena, 26 aprile 2025 – Marco Forghieri, responsabile commerciale in Cna, presidente dell’assemblea cittadina del Pd, sta ‘osando’ interferire nella marcia di Diego Lenzini verso la segreteria cittadina del partito. Forghieri ritiene la sua candidatura competitiva? "Lo decideranno gli iscritti. In questi mesi mi stanno dando una mano diverse persone tra le quali Ludovica Carla Ferrari, Francesca Maletti, Luca Sabattini, Andrea Bortolamasi".

A Lenzini contestano l’eventuale doppio ruolo capogruppo-segretario. Nel suo caso invece non essere in Consiglio è ritenuto uno svantaggio.

"Nella storia del partito ci sono stati segretari dentro, ma anche fuori il Consiglio, penso per esempio a Giuseppe Boschini o Andrea Sirotti, che si sono mossi agevolando la giusta dialettica tra gruppo, partito e giunta".

Ritiene che al momento il partito a Modena sia troppo schiacciato sulle posizioni della giunta?

"Nella prima parte del documento che ho presentato rilevo quanto sia necessario tornare a una separazione più marcata tra partito e giunta, il partito deve avere un ruolo di pungolo. Il sindaco non ha sempre ragione, e questo a prescindere dal fatto che abbia la tessera o meno. Non si tratta di avere ‘solo’ quattro assessori in giunta, ma della qualità della proposta politica: abbiamo parlato per mesi di sacchetti dei rifiuti e di come esporli o della strada di Saliceta San Giuliano...".

Come giudica questo primo anno dell’amministrazione Mezzetti?

"Sul Bilancio è stato giusto tornare a dare priorità alla spesa corrente dopo la ‘scorpacciata’ di investimenti dell’era Muzzarelli, dovuta anche al fatto che venivamo da una crisi economica. Sui rifiuti credo sia giusto venire incontro alle richieste dei cittadini, privilegiando la libertà di conferimento, senza crociate ambientaliste. Quanto alle grandi scelte urbanistiche aspettiamo per giudicare: nel mio programma mi permetto di porre questioni che a sinistra vengono sottaciute".

Per esempio?

"Va bene la rigenerazione, la riqualificazione dell’esistente, ma non credo che possa essere la sola risposta all’emergenza casa. Bisogna puntare il dito sulla cartina e individuare un lotto dove costruire in tempi certi nuove abitazioni a prezzi agevolati. Se costretti a scegliere tra diritti sociali e ambientali, punterei sui primi. C’è un’anomalia in corso".

Quale?

"Occorre ragionare in ottica di area vasta e armonizzare le leve fiscali tra i territori. Modena perde residenti ma ‘acquista’ pendolari, studenti, fuorisede, turisti. Gli standard dei nostri servizi sono altissimi, ma pensati per una città che nel Prg del 1965 si riteneva dovesse crescere fino a mezzo milione di abitanti. Adesso invece a Modena vivono molte persone, ma i contribuenti sono sempre meno".

Con Lenzini si profila un derby tra cattolici.

"In realtà non è così. Sia io che Diego abbiamo cominciato a fare politica attiva nel Pd, non avevamo tessere della Margherita o dei Ds. Io ho sostenuto Maletti, Franceschini, ma anche Bonaccini nei congressi. Ho il certificato di Battesimo, ma non userei l’etichetta di ‘cattolico’ come categoria distintiva".

Sia lei che Lenzini avete anticipato la candidatura. Ritenete le regole del congresso congegnate male?

"È un regolamento nazionale. I circoli decidono chi presentare non si sa bene sulla base di cosa (milanisti, interisti, con o senza occhiali…). Solo dopo si ufficializzano le candidature. Noi invece avviamo un vero dibattito tra i circoli. Gli iscritti lamentano di decidere solo i menu delle Feste dell’Unità, ora incideranno anche sui contenuti".