
I Rosso Verdi: "Un ex presidente del Consiglio boccia la partecipazione: stupiti". Giacobazzi: "Se questo è il buongiorno cosa aspettarci per il futuro?".
"Ci stupisce che un ex presidente del Consiglio come Poggi giudichi la partecipazione un’utopia, noi invece riteniamo che il nuovo bando promosso dall’amministrazione sia un passaggio importante". Sale la tensione tra gli alleati e il Partito democratico dopo il via libera tra mille distinguo alla bocciatura dei 19 progetti del ‘bando Muzzarelli’. A bacchettare il consigliere del Pd Fabio Poggi – che ha definito "utopistiche le delibere sia sulla rigenerazione che sulla partecipazione" – è l’Alleanza Verdi Sinistra per bocca di Paolo Silingardi (foto a sinistra) e Maria Teresa Rubbiani. "La bocciatura dei 19 progetti con al centro la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche, sono un chiaro segnale politico che a Modena si vuole aprire una nuova stagione in cui la partecipazione, l’interesse pubblico, la rigenerazione urbana e ambientale sono le priorità irrinunciabili del governo del territorio". Non si tratta "solo di ridurre a zero il consumo di suolo, ma di costruire una nuova visione di città, in cui l’interesse pubblico sia il motore dei processi di trasformazione, partendo da un primo punto di metodo irrinunciabile". È un cambiamento "significativo, a cui abbiamo lavorato nella passata legislatura inserendo nel percorso di approvazione del Pug due passaggi strategici: che gli interventi fossero limitati al territorio urbanizzato e che la partecipazione dei cittadini fosse sostenuta, favorita e potenziata, garantendo trasparenza nei processi decisionali e nei percorsi di definizione degli obiettivi".
E per questo stupisce che "un ex presidente del Consiglio come Poggi giudichi la partecipazione un’utopia. Noi invece riteniamo che il nuovo bando promosso dall’amministrazione sia un passaggio importante, che merita tutto il nostro sostegno, per immaginare e costruire una città capace di resistere alle sfide climatiche, sostenere l’attrattività e la competitività del territorio e fare di Modena una città sicura, vivibile e sostenibile in cui vivere".
Dello stesso avviso Modena volta pagina che parla a proposito dei progetti respinti di "giustizia sostanziale e di correttezza verso la città". Gli stessi consiglieri di maggioranza che l’anno scorso avevano invece approvato i progetti adesso bocciati "hanno fatto ora buon viso a cattivo gioco e assentito all’inversione di rotta senza esplicite proteste. Il solo consigliere Pd, Fabio Poggi, si è astenuto sostenendo che un imprenditore dovrebbe potere realizzare progetti di rigenerazione anche senza una valutazione dei cittadini dimenticando che la decisione su come intervenire sul territorio non spetta solo all’imprenditore ma anche a chi quel territorio deve abitare, vivere e quindi al Comune che interpreta le esigenze dei cittadini con la consultazione". Al riguardo le parole dell’assessore Ferrari non potevano essere più perentorie: "I nuovi progetti per la città dovranno basarsi su espliciti criteri di ’rigenerazione urbana’ e, soprattutto, di ’interesse pubblico’. Ed è questo che Modena Volta Pagina ha sempre richiesto alla precedente Giunta pur senza trovare ascolto".
Intanto come ricordato nei giorni scorsi non tutta l’opposizione e il centrodestra ha votato sì alla bocciatura. Ad astenersi è stato Pier Giulio Giacobazzi (foto a destra) di Forza Italia: "Nella scorsa consigliatura, discutendo del Pug avevamo dichiarato che il nuovo Piano avrebbe rischiato di ingessare la città e soffocare iniziative e investimenti privati, soprattutto nel campo della rigenerazione di cui Modena ha tanto bisogno, anche e proprio in una logica di consumo di nuovo suolo. Non ci aspettavamo di avere ragione così in fretta". Il fatto che la prima applicazione del Pug "abbia portato alla bocciatura della totalità di 19 progetti preoccupa per il futuro. Se il buongiorno si vede dal mattino cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi cinque anni?" Se non fossimo all’inizio, prosegue Giacobazzi, "avremmo bocciato senza se e senza la delibera di giunta".
Il voto di astensione di Forza Italia "è in nome di una apertura di credito nei confronti dell’amministrazione affinché possa aprire una riflessione, almeno sul piano dell’applicazione, su quegli elementi che rischiano di portare a bocciature senza appello". Perché un esito di questo tipo, "pur con tutti i distinguo di merito, significa molto di più che un semplice no ad una serie di progetti. Significa sbattere letteralmente la porta in faccia alla città che vuole crescere, che vuole investire sul futuro e creare le condizioni per una rigenerazione reale di aree ed edifici della città che è interesse comune riqualificare".
g.a.