ROSSANO DONNINI
Sport

Rivetti bussa alla porta della storia gialloblù

Corradini e Farina i più longevi al vertice del club. Amadei l’ultimo a conquistare la serie A. A Montagnani è stata dedicata la curva

di Rossano Donnini

Uno degli aspetti che agli occhi del neo presidente Carlo Rivetti hanno reso attrattivo il Modena è il calore, la passione e la capacità di trasmettere emozioni della "Curva Montagnani", quella pre Covid-19, naturalmente. Un settore dello stadio Braglia che porta il nome del più amato fra le 56 personalità che prima di Rivetti hanno ricoperto la massima carica dirigenziale del Modena, anche sotto diverse denominazioni.

Il presidente in questione è Luigi "Gigi" Montagnani, imprenditore edile molto noto in città scomparso proprio quando il Modena da lui costruito insieme al direttore sportivo Doriano Tosi e allenato da Gianni De Biasi stava per iniziare la travolgente cavalcata che lo avrebbe portato dalla C alla A. Aveva rilevato il club gialloblù nel 1997, era alla terza stagione da presidente, le prime due non avevano soddisfatto le aspettative ma quella, che lui non potè vedere, l’avrebbe ripagato di ogni sacrificio. Ma il 20 luglio 2000, appena partita la squadra per il ritiro di Pieve di Cadore, arrivò la notizia della sua scomparsa, a 78 anni, causata da un infarto. È una sua creatura la leggendaria "Longobarda", squadra formata da giocatori dalla straordinaria umanità e indimenticabili per chi li ha conosciuti.

Francesco Farina, invece, è stato il presidente più longevo della storia del Modena, oltre che il più giovane al momento della nomina, nell’estate del 1984, avendo appena 27 anni. Figlio di Giuseppe Farina, presidente del Vicenza che grazie alle reti di Paolo Rossi, sfiorò lo scudetto nel 1977-78, classificandosi secondo dietro alla Juventus, e sostenuto economicamente dallo zio, il Conte Giuseppe Degli Albertini, nobile possidente veronese, Francesco Farina rimase in carica ben dieci anni, durante i quali il Modena navigò fra le Serie C1 e la B, con due promozioni e altrettante retrocessioni. Lasciò la carica nell’estate del 1994, all’indomani di una retrocessione e in polemica con l’allora presidente federale Antonio Matarrese, con il quale ingaggiò un lungo braccio di ferro. Sperava in un ripescaggio, perché diverse società della serie cadetta non avevano i requisiti per iscriversi al campionato. Dopo le dimissioni, intraprese una lunga controversia legale che non ebbe conseguenze pratiche per il Modena.

Un anno dopo cedette tutte le sue quote azionarie allo zio Degli Albertini, uscendo definitivamente dal Modena. Per il carattere introverso, Francesco Farina non entrò mai in sintonia con la tifoseria gialloblù, che non apprezzò fino in fondo la sua figura di presidente-gestore e neppure l’indubbia competenza calcistica.

Quasi dieci anni è invece durata la presidenza dell’industriale Ferdinando Corradini, in carica una prima volta nel 1960 insieme a Renzo Garuti poi dall’agosto 1967 all’aprile 1976, quando lasciò la società all’imprenditore Cesare Anceschi. Innamorato del Modena, Corradini alla fine degli Anni 70 rinuncio a tutti i suoi crediti, poi con il marchio di famiglia Faral fu in seguito sponsor della squadra gialloblù. Il presidente che ha ottenuto il risultato più prestigioso è stato Adolfo Orsi, primo di otto figli di una famiglia di origine contadina, cresciuto nel quartiere di San Lazzaro, diventato poi imprenditore nel settore della siderurgia e dell’automobile. Fu lui a portare la Maserati da Bologna a Modena. Nell’estate del 1945 assunse la presidenza del club gialloblù, e sotto la sua gestione il Modena si classificò terzo nel campionato 1946-47, miglior piazzamento di sempre e che al giorno d’oggi varrebbe la partecipazione alla Champions League.

I tre successi internazionali, Il torneo dell’amicizia di Ginevra nel 1947 e la Coppa Agli-Italiana nel 1981 e 1982, il Modena li ha colti sotto la presidenza di Adolfo Orsi e dell’avvocato Giancarlo Messori Roncaglia, quest’ultimo in carica dal 1980 al 1984, quando passò la mano a Francesco Farina.

Presidenti del Modena in Serie A lo sono stati l’avvocato Vittorio Arangio Ruiz negli Anni 30; il possidente terriero Beppe Nino Banzi a cavallo degli Anni 40; l’industriale Sergio Marassi negli Anni 60; l’imprenditore Romano Amadei negli Anni 2000. Con la consulenza del general manager Martino Severi, Marassi riuscì a portare a Modena il fuoriclasse brasiliano Cinesinho, il nazionale tedesco Albert Brulls e l’argentino Ruben Merighi. Grande appassionato di calcio, Romano Amadei rimase alla guida del Modena quattro stagioni per poi lasciare la presidenza all’ex giocatore gialloblù Luca Baraldi prima di trasferirla al figlio Alfredo.

Dopo il fallimento causato dalla gestione di Antonio Caliendo, Romano Amadei contribuì alla rinascita del club gialloblù insieme a Romano Sghedoni con Carmelo Salerno come presidente. Insieme a Salerno, Amadei è poi passato alla Reggiana lasciando la presidenza a Sghedoni, che l’ha tenuta nelle ultime due stagioni.