Il grido di Anastasiia prima di essere uccisa: "Mamma, aiutami tu"

La donna scoppia in lacrime ascoltando la registrazione della telefonata. Nelle parole concitate della figlia, le continue liti con il marito. Poi la richiesta: "Non so cosa succederà, vieni a prendere il bambino"

Anastasiia, uccisa a 23 anni e gettata in una valigia in un campo. Nella foto piccola, lo strazio della mamma Elina Burina, 52 anni

Anastasiia, uccisa a 23 anni e gettata in una valigia in un campo. Nella foto piccola, lo strazio della mamma Elina Burina, 52 anni

Pesaro, 25 aprile 2024 – Quella voce che esplode all’improvviso dal telefonino della madre, nell’aula della Corte d’Assise: "Ho paura per la vita di mio figlio, con Moustafa litighiamo sempre, non so cosa possa succedere. Mamma vieni a prendere il bambino, è la soluzione migliore". La mamma ascolta e si blocca, piange, non riesce più a parlare. Perché quella è la voce di sua figlia Anastasiia. E le sembra che lei sia ancora viva, coi suoi 23 anni, i capelli lunghi biondi, una vita intera davanti e la voglia di viverla, di crescere il suo Adam che ha solo due anni e di insegnare il pianoforte ai bambini.

E invece Anastasiia è stata ammazzata a coltellate dal marito egiziano, Amrallah Moustafa Alashri, 43 anni, laurea in letteratura inglese. Ultimo lavoro: aiutante pasticciere, a Fano. L’ha ammazzata nel salotto di una casa a Fano, poi l’ha messa in un trolley e l’ha buttata in un campo.

Moustafa Alashiri, accusato di aver ucciso Anastasiia
Moustafa Alashiri, accusato di aver ucciso Anastasiia

Era il 13 novembre del 2022, lo arrestarono gli agenti della Polfer poche ore dopo alla stazione di Bologna, con quasi 3500 euro in contanti in tasca, pronto a fuggire. Ieri nella Corte di Assise del tribunale di Pesaro sono stati sentiti la madre di Anastasiia (difesa come parte civile da Roberta Giuliacci), e altri testimoni.

La donna si chiama Elina Burina, ha 52 anni. Ha chiesto un paravento, perché il carnefice di sua figlia è a meno di tre metri da lei. E lei non vuole vederlo. La donna racconta tutto il dramma di quell’unione sbagliata, di lui che non le piaceva, perché c’erano quasi 20 anni di differenza di età, "...ma anche perché ogni cosa che diceva – ha detto la donna ai dieci giudici togati e alla presidente della Corte, Lorena Mussoni – era una bugia.

Sono andati a vivere insieme a Kiev. Una settimana dopo il parto, lui è sparito. Lei per 3 mesi è rimasta a casa mia col bambino. Lei per un anno non ha lavorato. L’ho sostenuta io per le loro necessità. Lui non contribuiva. I soldi che mandavo li spendeva per sé. In 3 mesi, lui non è mai venuto a trovarli. E quando Adam aveva 8 mesi, mia figlia mi ha chiamata dicendo che lui l’aveva messo nel passeggino e l’ha fatto scivolare per le scale. L’ha lasciato da solo per 4 ore nel passeggino davanti al palazzo (stavano all’undicesimo piano)".

Tra i testimoni sentiti ieri, una dottoressa del carcere di Bologna, Elisa Manetti, che dice: "Sì, quando è arrivato al carcere (il presunto assassino), il 14 novembre 2022, l’ho visto angosciato, e con dei tagli sulla mano destra". La linea difensiva dell’egiziano (difeso dall’avvocato Simone Ciro Giordano, del foro di Milano), è sempre stata che la coppia quella mattina del 13 novembre ha litigato, lui ha visto che lei aveva qualcosa nella borsa, poi "Anastasiia ha tentato di accoltellarlo", lui ha provato a parare il colpo, poi ha reagito afferrando un coltello e dopo "ha visto tutto nero". Intanto Anastasiia era morta, massacrata dalle 29 coltellate, prima di essere pigiata in un trolley e gettata in un campo.

Il legale di Moustafa ieri ha fatto richiesta di perizia psichiatrica alla Corte per il suo assistito. La Corte gliel’ha respinta. Perché, hanno detto i giudici, non c’è agli atti nessun certificato medico che potesse provare una sofferenza mentale e perchè quando Mostafa è arrivato nel carcere di Bologna "era angosciato", come ha detto quella dottoressa. Come capita alle persone normali, quando uccidono qualcuno.