Delitto di Anastasiia, chiuse le indagini "Alashri maltrattava anche il bambino"

Il marito della 23enne ucraina è accusato di omicidio, occultamento di cadavere e mancato versamento dei mezzi di sussistenza

Delitto di Anastasiia, chiuse le indagini  "Alashri maltrattava anche il bambino"

Delitto di Anastasiia, chiuse le indagini "Alashri maltrattava anche il bambino"

di Elisabetta Rossi

"L’ennesimo litigio", quello più violento. Quello sfociato nella morte di una giovane mamma 23enne di un bimbo di 2, originaria dell’Ucraina, scappata dalle bombe e dalla guerra e strappata alla vita a Fano, nel luogo della salvezza e della speranza, con "29 coltellate al volto, al collo, alla pancia, al dorso, agli arti", il corpo infilato e chiuso in una "valigia, trasportato in un terreno agricolo e coperto con dei cartoni".

L’anatomia del delitto è quella che si legge nell’ultimo atto della Procura, quello con cui ha appena chiuso le indagini sull’omicidio di Anastasiia Alashri, la giovane donna ucraina trovata senza vita in quel trolley il 14 novembre 2022. A ucciderla è stato il marito Mostafa Mahjoub Amrallah Alashri, 43enne originario dell’Egitto, in carcere a Villa Fastiggi. L’uomo è accusato di omicidio a seguito di maltrattamenti in famiglia. Gli viene addebitato anche l’occultamento di cadavere. Oltre ai reati di lesioni, di mancato versamento di mezzi di sussistenza per moglie e figlio.

Un racconto di violenze domestiche, quello riportato nell’avviso di conclusione, che era stato fatto dalla stessa Anastasiia. Violenze tali che la vittima aveva manifestato il timore di "poter finire all’ospedale o di essere uccisa". E purtroppo, non si sbagliava. La giovane, l’11 novembre, si era presentata dai carabinieri di Fano per denunciare il coniuge. Aveva riferito che con Moustafa le cose non andavano più bene da anni, dal 2020, quando erano ancora in Ucraina. Il rapporto si era rotto del tutto una volta arrivati in città dove la coppia si era ben integrata. Lui aveva trovato lavoro per la pasticceria Cavazzoni, lei come cameriera all’Osteria dalla Peppa. E lì, Anastasiia, aveva trovato anche un nuovo amore.

Stando alla denuncia, Moustafa avrebbe aggredito la moglie più volte, anche di fronte al loro bambino. Un giorno, avrebbe anche "abbandonato, per ripicca verso Anastasiia, il figlio davanti al portone del palazzo in cui abitavano" "costringendo la donna a precipitarsi per le scale dall’undicesimo piano per recuperarlo". Ma la vittima aveva anche accusato il marito di non comprare al bambino "pannolini, medicine, alimenti". Una situazione tesa da sfociare in continui litigi, fino a quello fatale per Anastasiia.

Per la procura, l’indagine è chiusa. Il prossimo passo sarà quello che porterà in aula per il processo. Ma intanto Moustafa, difeso dall’avvocato Simone Ciro Giordano di Milano, ha chiesto di essere interrogato ed è tornato a ribadire che lui si è difeso da Anastasiia. "Era lei che voleva aggredirlo – spiega Giordano – il mio assistito ha detto che il coltello era nella borsa della moglie, che loro sono entrati da due ingressi diversi. Lei da quello della cucina da dove ha preso la lama. Lui si è difeso, ha preso il coltello e poi dice di aver avuto un black out. Poi ha deciso di disfarsi del corpo e di tentare le fuga".