BENEDETTA IACOMUCCI
Cronaca

Scandalo liste d’attesa. Una legge le elimina. Ma nessuno la applica

Se non si rispettano i tempi, la stessa prestazione va garantita privatamente, intramoenia, al solo costo del ticket. Federconsumatori in campo.

Scandalo liste d’attesa. Una legge le elimina. Ma nessuno la applica

Scandalo liste d’attesa. Una legge le elimina. Ma nessuno la applica

Esiste una legge da 26 anni che nessuno conosce e nessuno applica. Dice che se il cittadino non riesce a prenotare una visita nei tempi indicati dalla ricetta medica, può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria, e a quel punto l’azienda sanitaria deve accollarsi la spesa, e l’assistito, casomai, deve pagare giusto il ticket (se c’è). E’ chiaramente scritto nel decreto legislativo 124 del 1998, e benché pochi lo conoscano, alcune richieste sono già arrivate sulle scrivanie dell’Ast. E tante, si presume, ne arriveranno, dato che Federconsumatori ha deciso di mettere a disposizione i suoi sportelli provinciali per offrire consulenza e supporto ai cittadini che decidono di formulare la richiesta. Ma non solo. Perché "qualora non ricevesse risposta – spiega Alessandro Pertoldi (foto), presidente Federconsumatori Pesaro e Urbino – il cittadino può comunque procedere, prenotando la visita intra-moenia e mandando poi il conto all’azienda sanitaria". Sempre con la tutela legale dell’associazione.

Chiaro che una iniziativa del genere rischia di scardinare completamente il sistema. Ma c’è già chi fa presente come, dal ’98 ad oggi, il quadro normativo sia completamente cambiato. E in particolare, nel 2006, la riforma del governo Prodi ha affidato maggiore autonomia in tema sanitario alle Regioni, e in particolare le Marche, sotto il governo di Ceriscioli, hanno introdotto le cosiddette liste di garanzia, ovvero quel meccanismo per il quale, se una persona non riesce ad ottenere un appuntamento nei tempi stabiliti, viene inserita in un elenco e richiamata appena si libera un posto. Poi l’attuale giunta regionale ha optato per un meccanismo di presa in carico provinciale dal meccanismo molto simile. Che poi funzioni, è un altro paio di maniche ma rappresenta comunque la modalità operativa scelta per adempiere al dettato legislativo, potrebbero dire loro.

Anche su questo, però, Pertoldi non indietreggia: "E’ vero che lo scenario in 26 anni è cambiato – dice – ma stiamo sempre e comunque parlando, a proposito del decreto 124 del ’98, di una norma vigente, mai modifcata né abrogata. Ed è nostra intenzione farla rispettare. Anche perché quello delle liste d’attesa e dell’impossibilità addirittura di fissare un appuntamento, sia pure a lungo termine, è uno dei principali motivi di accesso ai nostri sportelli. Molte regioni per altro sono partite prima di noi e mi risulta che abbiano ottenuto soddisfazione. C’è stato anche un caso nella regione Marche". Non resta che chiamare lo 0721.4201 e chiedere di fissare un appuntamento con Federconsumatori. Ha sportelli a Pesaro, Fano, Fossombrone, Urbino.