Calci e pugni all’infermiera, furia al pronto soccorso: ferisce altre 3 persone

Cameriera 35enne arrestata: pretendeva di uscire con il compagno ancora sotto cura. Ha aggredito anche un carabiniere, un Oss e un altro operatore. Il problema dell’accesso

Due delle guardie giurate in servizio al pronto soccorso

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Pesaro, 23 aprile 2024 – Era una furia. Incontenibile. Ha preso per i capelli un’infermiera del pronto soccorso, l’ha gettata a terra e ha iniziato a tirarle calci in faccia e nella pancia. Poi ha picchiato un altro infermiere, poi un operatore socio sanitario, infine un carabiniere, causandogli a tutti ferite guaribili fino a un massimo di dieci giorni. Protagonista dell’assalto a sanitari e forze dell’ordine una romena di 35 anni, residente in città.

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Fa la cameriera in un hotel della zona mare. Statura bassa, fisico quasi esile. Ma ha una forza da paura. I carabinieri del Radiomobile di Pesaro hanno potuto bloccarla solo gettandola a terra e ammanettandola: erano le 4,30 circa della notte tra sabato e domenica scorsi. Ieri mattina il giudice Andrea Piersantelli ha convalidato l’arresto, ha deciso che la donna deve stare ai domiciliari, anche se può andare a lavorare nell’albergo. Ma deve ogni volta segnalare ai carabinieri quando esce di casa e quando rientra.

Tutto inizia attorno alle 3 e 30 dello scorso sabato notte. La donna è a casa e vede che il compagno 80enne sta male, è sempre più pallido. Chiama l’ambulanza. Ha già bevuto un bel po’. Si infila di forza (l’autista prova a dissuaderla, ma non ci riesce) nell’ambulanza dove c’è il compagno e arriva al pronto soccorso.

Il compagno inizia a fare il triage. La 35enne poco tempo dopo insiste che vuole andarsene, lei e il compagno, i sanitari le dicono che deve aspettare, perché cure e diagnosi (ad esempio il risultato degli esami del sangue) necessitano di tempo. La donna inizia a dare segnali di insofferenza. Le dicono di stare calma, "lei sta qui e non potrebbe neanche starci", le viene detto. Poco dopo la cameriera perde il controllo. All’inizio prende a calci un operatore sociosanitario. Poi, quando si ritrova davanti l’infermiera che poco prima le aveva detto di aspettare, si accanisce contro di lei: la afferra per i capelli, la getta a terra e inizia a prenderla a calci.

Le colleghe chiamano la guardia giurata Vigilar, che sta coprendo il turno di notte, e poi i carabinieri. Nel frattempo la donna si allontana, esce cioè fuori dal pronto soccorso. Un infermiere la vede e dice ai carabinieri, arrivati nel frattempo, dov’è. Quando lei si accorge lo raggiunge, e per punirlo di averla "segnalata" ai militari, aggredisce anche lui, strappandogli la camicia. Poi quando il carabiniere tenta di bloccarla lei si rivolta e riesce a farlo cadere: il militare avrà 10 giorni di prognosi. Alla fine con l’aiuto dell’altro collega la bloccano a terra e la ammanettano, unico modo per fermarla.

Nell’udienza di ieri, nel processo per direttissima, difesa dall’avvvocatessa Alice Terenzi (d’ufficio), la cameriera ha detto: "Vero, io ho aggredito quelle persone. Dopo che siamo arrivati, intorno a me c’erano le infermiere che parlavano in continuazione, ridevano, mi dicevano di stare zitta perchè ero ubriaca, mi sembrava che mi prendessero in giro...". Ha detto poi che ha chiesto scusa solo al carabiniere, solo perchè con tutti gli altri che ha aggredito non ha avuto il tempo di farlo. Ha altri 5 precedenti per reati dello stesso tipo. Quando l’ha vista, il giudice le ha detto: "Ecco, ci rivediamo un’altra volta". La donna infatti ha altri 5 precedenti per resistenza, oltraggio e pubblico ufficiale e reati simili.

Resta il problema della sicurezza in pronto soccorso. Il posto di polizia c’è, ’coperto’ da un agente quasi sempre, ma solo di giorno, 8-20. La notte viene coperta h24 dalle guardie giurate, servizio Vigilar. Ma già ieri, dopo l’episodio di sabato notte, qualcuno proponeva di mettere all’ingresso del pronto soccorso un campanello: un qualcosa che faccia un minimo di filtro, insomma, per tentare di evitare casi simili a questo, che purtroppo già in passato si sono verificati.