Alessandro Mazzanti
Cronaca

Cane 'geloso' aggredisce padrone: "Stava per uccidermi, salvato da mia moglie"

Venti punti per ogni guancia dilaniata dai morsi. La donna è riuscita ad allontanarlo

Franco Piersanti, 77 anni

Cartoceto, 17 agosto 2015 - Venti punti di sutura per guancia. Per richiudere la carne lacerata dai morsi del suo pastore maremmano, un maschio di 6 anni, Gory, che ha assalito, nel recinto di una casa di campagna a Cartoceto, il marito della sua padrona: Franco Piersanti, 77 anni, pensionato. Il fatto avviene venerdì scorso, intorno alle 16. Inizia a tuonare, e il cane ha paura, è molto nervoso, e la sua padrona, Ivana Letizi, moglie di Piersanti, l’unica persona a cui il cane dia veramente retta e della quale è molto geloso, lo chiude all’interno di un recinto. Il cane però vuole uscire. Ha già fatto, in altre occasioni, dei buchi nella rete. «E’ rimasto impigliato con i denti nel metallo della rete – racconta la donna – e si è innervosito ancora di più». Quando suo marito gli va incontro, il cane gli salta all’improvviso al collo e lo assale. «Mi è venuto addosso – racconta Piersanti, disteso nel lettino della Chirurgia dell’ospedale San Salvatore di Pesaro in cui è ricoverato, gli occhi pesti e le due vistose garze a coprirgli ambedue le guance – all’inizio sono riuscito a respingerlo, poi però è tornato e mi ha preso al volto. Se non ci fosse stata mia moglie credo che mi poteva uccidere». La donna riesce a prendere il cane e immobilizzarlo. Quindi lo lega. Ma il marito è già una maschera di sangue. Prima viene portato in ambulanza al pronto soccorso di Fano, poi da lì, per l’intervento, il trasferimento in Chirurgia a Pesaro.

Ora c'è un dilemma da affrontare. Cosa fare di Gory. Un cane che la signora Ivana tratta come un figlio. E’ lei che gli dà da mangiare, lei che gli fa fare la solita passeggiata di un chilometro, ogni giorno. Se lo ricorda di quando era piccolo come un batuffolo, tutto bianco. Il cane riconosce solo lei come padrona. Di più, ne è molto geloso. E ora per il cane si profila un destino irreversibile, a meno che qualcuno non lo chieda in adozione e quindi lo salvi. Perchè la signora prospetta una banale eventualità: «Se io – dice – un giorno mi sento male, se io per qualche motivo non potrò più accudirlo, chi ci pensa, come facciamo a tenerlo?». E quasi si commuove. Perché l’idea di sopprimerlo, che potrebbe risultare una scelta obbligata, la sfiora, ma insieme la incupisce. «Mi informerò con il veterinario», dice la donna. Racconta di aver avuto altri cani, e anche quelli di averli trattati come cristiani. Ma stavolta con Gory diventa difficile decidere. Ha troppa forza. Può essere molto pericoloso. Per questo la signora Ivana non sa cosa fare. A meno che qualcuno si faccia avanti per prendersi cura di Gory. Se rieducato, potrebbe diventare più che gestibile.