GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Città e Ateneo, commosso addio a Rossi

Folla in duomo per l’ultimo saluto al direttore amministrativo che per decenni ha retto le sorti dell’Università con Carlo Bo

Folla in duomo per l’ultimo saluto al direttore amministrativo che per decenni ha retto le sorti dell’Università con Carlo Bo

Folla in duomo per l’ultimo saluto al direttore amministrativo che per decenni ha retto le sorti dell’Università con Carlo Bo

Un intero mondo ieri pomeriggio era in cattedrale per dare un ultimo saluto a Gianfranco Rossi, per lunghi anni direttore amministrativo dell’università urbinate e braccio operativo ai tempi del rettore Carlo Bo. Un mondo fatto dall’unione di città e università: davvero tanta la gente che ha riempito le panche del duomo, proveniente dalle due realtà, l’una frequentata da studente e poi da dipendente, l’altra vissuta da cittadino, conosciuto da tutti e legato a tanti amici.

Erano presenti i vertici dell’ateneo e una rappresentanza della giunta comunale. Al termine della celebrazione, la figlia Enrica ha preso la parola per un commosso ricordo: "Mio padre ha dedicato ogni energia alla sua professione, portando avanti il lavoro con passione, con intelligenza, con amore e con una straordinaria capacità di vedere dietro ogni uomo prima di tutto la persona. Era rispettato, a volte anche temuto, ma soprattutto profondamente stimato da chi ha avuto modo di lavorare con lui e conoscerlo da vicino. Per lui l’ateneo era una seconda casa, una comunità viva fatta di volti, di storie e di impegno quotidiano, una grande famiglia allargata dalla quale ha avuto molto e alla quale ha donato cuore e presenza costante, sentendosene parte fino all’ultimo giorno. Ancora fino a qualche giorno fa chiedeva notizie della sua università. Era anche un uomo di vasta cultura, sempre curioso e con un sottile senso dell’ironia gentile. Un osservatore attento e sensibile delle persone, delle dinamiche sociali, delle trasformazioni del tempo che affrontava con uno sguardo critico, ma sempre mosso da profondo rispetto e da autentica passione civile. Anche nella sua vita privata mio padre ha saputo costruire legami estremamente profondi. Un marito innamorato, un padre presente e generoso, un suocero rispettoso e affettuoso e un nonno orgoglioso dei suoi nipoti. La sua determinazione è stata sempre accompagnata da una profonda umanità; la sua onestà intellettuale, il suo attaccamento sincero al mondo degli affetti e dei valori autentici resteranno scolpiti nella memoria di chi lo ha conosciuto. Oggi mentre questo dolore ci stringe il cuore vogliamo ricordarlo così, come un uomo che ha saputo unire forza e sensibilità, dedizione e rispetto, mettendo sempre al centro la dignità delle persone e costruendo relazioni autentiche, fondate sulla fiducia, sulla lealtà e sul riconoscimento reciproco".

g. v.

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